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Cassano, incendio danneggia
una nota azienda agricola

Cassano, incendio danneggia una nota azienda agricola

In fiamme gli uffici di un’azienda agricola: atto doloso. Per una volta non c’è dubbio. L’autocombustione non c’entra. Non vale neppure come ipotesi da dare in pasto ai giornalisti. Il fuoco che domenica sera ha rischiato di ridurre in cenere l’azienda agricola di proprietà dell’imprenditore Giacinto Pugliese è stato acceso con coscienza e volontà. E solo il caso, o la perizia degli incendiari (questo lo stabiliranno gli accertamenti in corso), ha evitato che l’incendio divorasse l’intera struttura, sita in contrada Tre Ponti. La dinamica, del resto, dice molto: poco dopo le 20 ignoti si introducono nell’azienda da una finestra mandata in frantumi. Versano benzina in due uffici ed appiccano il fuoco, prima di scappare. Il resto: qualcuno lancia l’allarme, da Castrovillari arrivano i Vigili del Fuoco, che dopo qualche ora di intenso lavoro riescono ad avere la meglio circoscrivendo i danni. Comunque ingenti e non coperti da assicurazione, ma limitati alle due stanze prese di mira: una completamente distrutta, l’altra solo in parte. In fumo arredi, computer, documenti. Sul caso indagano adesso i Carabinieri della Tenenza di Cassano, che agli ordini del tenente Michele Fiorenzo Dileo hanno iniziato a raccogliere testimonianze dopo aver acquisito le immagini di un impianto di videosorveglianza a circuito chiuso, dalle quali potrebbero giungere elementi utili all’inchiesta, coordinata dalla Procura di Castrovillari. Le intimidazioni rimangono un grave problema che investe l’intera area della Sibaritide. Nelle scorse settimane erano stati presi di mira stabilimenti balneari. L’attenzione delle forze dell’ordine, naturalmente, si concentra sulla criminalità locale. La magistratura inquirente di Castrovillari è d’altronde diretta da un togato di grande esperienza come Eugenio Facciolla.

Intanto, in cronaca (su altro e diverso versante) resta spazio per la decisione del Tribunale del riesame di restituire la piena libertà al cassanese Domenico Magno, di 56 anni: l’uomo era incappato nell’inchiesta “Easy allowance”, portata a termine a ottobre dal Gruppo sibarita della Guardia di Finanza contro una presunta organizzazione dedita a truffe nei riguardi dell’Inps. Accogliendo le tesi esposte dall’avvocato Antonio Marino, difensore del cinquantaseienne, il Tdl ha disposto la revoca di ogni misura cautelare, in considerazione del suo ruolo nella vicenda, definito marginale.

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