Il “capo” è solo. La famiglia non ne ha condiviso la scelta collaborativa. «Non vedo mia moglie e mia figlia da due anni» spiega l’ex boss Franco Bruzzese al procuratore Eugenio Facciolla. «Spero, prima o poi di incontrarle e che possano capire la mia decisione». L’uomo è pentito solo da poche settimane ed ha esordito in questa veste, per la prima volta solo ieri, davanti alla Corte di assise di Cosenza presieduta da Giovanni Garofalo. Bruzzese, catturato dalla polizia nell’estate del 2012 in un elegante appartamento del centro cittadino dopo aver trascorso un lungo periodo di latitanza, è conosciuto negli ambienti criminali bruzi per l’abilità sempre mostrata nell’uso del kalashnikov. Un suo “collega” di malefatte, l’ex padrino della mafia nomade Franco Bevilacqua, lo definì nel lontano 2001 come «il miglior tiratore sulla piazza con i fucili mitragliatori».
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