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Studentessa stuprata a Rende
Caccia aperta al violentatore

Studentessa stuprata a Rende Caccia aperta al violentatore

L’età della spensieratezza, dei sogni e della speranza nel futuro sbriciolata in pochi istanti. Distrutta da mani violente, sporcate da un gesto orribile: l’essersi insinuate nel corpo e nell’anima di una giovane la cui sola “colpa” è quella di essere donna. A raccogliere il racconto del terrore di una studentessa universitaria, una ventunenne del Vibonese iscritta all’Università della Calabria, sono stati per primi gli operatori dell’ospedale di Cosenza che nella nottata tra martedì e ieri hanno accolto in pronto soccorso quella ragazza in lacrime. La studentessa originaria di Sant’Onofrio, nonostante lo choc, ha avuto il coraggio di denunciare l’oltraggio subìto. Perpetrato da uno sconosciuto che, in uno dei quartieri di Rende affollati di universitari provenienti da tutta la regione, ha seguito la sua preda inerme prima di afferrarla e sottoporla al supplizio della violenza sessuale. Una ferocia che il personale sanitario dell’Annunziata ha pure certificato al termine di un accurato controllo medico, durante il quale sono state riscontrate sul corpo della ragazza ferite compatibili con uno stupro. Immediata è dunque scattata la segnalazione ai carabinieri competenti per territorio, cioè quelli in forza alla Compagnia di Rende, che hanno rapidamente messo in moto la macchina investigativa per rintracciare e assicurare alla giustizia l’autore di quello scempio. Naturalmente, per la particolare delicatezza del caso, le indagini vanno avanti nel più stretto riserbo. Mentre attorno alla vittima s’è già stesa una rete protettiva per provare a lenire le pesanti ferite inferte dal violentatore, tanto quelle fisiche quanto soprattutto quelle di carattere psicologico.

Pochi i particolari finora emersi rispetto all’accaduto, vicenda purtroppo simile ad altri gravi episodi che anche di recente hanno funestato la spensierata giovialità che spesso accompagna la vita degli universitari. Uno dei più recenti risale a un anno e qualche mese fa, quando una venticinquenne fuorisede fu stuprata nell’androne di un palazzo di Roges, la frazione rendese direttamente collegata alla periferia nord di Cosenza. Nel giro di qualche settimana il responsabile fu individuato in un ventunenne cosentino, accusato di aver approfittato della ragazza con la scusa di un passaggio in auto dopo una festa in un locale notturno. Più fortunate furono invece le due studentesse spagnole che, nella primavera del 2012, sfuggirono alla trappola tesa da un altro stupratore. Non vanno poi dimenticati i mesi di tensione vissuti, tra il 2013 e il 2014, a causa di un molestatore seriale che si aggirava sempre dalle parti dell’ateneo di Arcavacata.

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