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Bomba carta, imprenditore in coma farmacologico

Bomba carta, imprenditore in coma farmacologico

Resta in prognosi riservata Daniele Dito, 54 anni, imprenditore nel settore edile e dolciario dell’Alto Tirreno cosentino, ferito dall’esplosione di una bomba carta, posizionata da ignoti nel giardino della sua villetta. Le schegge dell’ordigno rudimentale, messo vicino al serbatoio del Gpl e a delle pietre, lo hanno colpito alle braccia e in diverse parti del corpo. Trasportato in elisoccorso all’Annunziata di Cosenza, l’uomo è stato operato d’urgenza. È fuori pericolo, ma resta in coma farmacologico. Sull’atto intimidatorio indagano i carabinieri della Compagnia di Scalea, coordinati dal capitano Alberto Pinto. Giunti sul posto con gli artificieri e i colleghi del Reparto di investigazioni scientifiche, i militari hanno ascoltato delle persone e raccolto elementi utili per decifrare il messaggio che si cela dietro il vile episodio. Nessuna pista è esclusa. C’è da capire in che contesto sia maturata l’intimidazione ai danni dell’imprenditore, parente di un candidato del Movimento 5 Stelle alle amministrative di domani. Elemento, questo, da non sottovalutare, considerando che Dito è noto nella cittadina tirrenica sia per la sua impresa dolciaria che per il suo attivismo in politica. La deflagrazione potrebbe essere collegata alla tornata elettorale. Un avvertimento? Stando ai carabinieri, tuttavia, al momento non ci sarebbero elementi oggettivi per ricollegare l’atto al contesto politico e, in particolare, alle elezioni per il rinnovo del consiglio. Le indagini, guidate dal procuratore di Paola Bruno Giordano, non escludono alcuna pista. Ci potrebbero essere dei collegamenti con l’ambito lavorativo o con quello privato. Tutto è da scoprire. Certo è che l’esplosione della bomba poteva avere conseguenze peggiori. Basti pensare che qualcuno, all’alba di giovedì, l’ha lasciata nel giardino della villetta, vicino al bombolone del gas. Nella zona residenziale non ci sono telecamere. E pare che nessuno abbia visto o sentito rumori sospetti provenire dalla casa di Dito. Forse le tessere mancanti del mosaico investigativo potrebbero essere fornite dalla testimonianza dell’imprenditore. L’uomo, all’alba, è sceso per vedere cosa stesse succedendo e ha notato l’ordigno. Per salvaguardare la sua famiglia e la sua casa, l’avrebbe toccato. Ma gli è esploso tra le mani. Mettendo a repentaglio la sua vita. Sì, perché quella bomba carta poteva far scoppiare anche il bombolone del gas. Intanto, la cittadina si prepara al voto di domani con sentimenti contrastanti. L’intimidazione sembra far tornare lo spauracchio di “Plinius”, con appelli lanciati ai candidati a far qualcosa di concreto per la legalità.

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Focus

Non è esclusa alcuna pista

L’ordigno vicino al Gpl

Ha probabilmente preso quell’ordigno per salvare la sua famiglia e la sua casa. La bomba carta lanciata nella villetta dell’imprenditore di Scalea era infatti pericolosamente vicina a un serbatoio di gpl. Se fosse esplosa lì, sono facilmente immaginabili le conseguenze. Intanto le indagini proseguono a 360 gradi. E non è nemmeno esclusa la pista politica, dato che la vittima non solo è imparentata con un aspirante consigliere comunale del Movimento 5 Stelle ma è lui stesso fortemente impegnato nella vita pubblica della cittadina tirrenica.

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