Un duplice delitto che trasuda odio. E racconta d’una barbara vendetta. Edda Costabile, 77 anni, è stata ammazzata con sette colpi di pistola esplosi quasi a bruciapelo al torace e al volto; la figlia, Ida Maria Attanasio, 52 anni, con tre pallottole sparate alla nuca e alle spalle. È sempre più chiara la dinamica del duplice omicidio compiuto nel cimitero di San Lorenzo del Vallo. L’assassino ha voluto “sfregiare” le vittime, mostrando rabbioso rancore. Ha usato una pistola calibro 9 a canna corta rastrellata senza difficoltà nel mondo della criminalità locale. Un’arma micidiale se adoperata a distanza ravvicinata. Prima di compiere a volto scoperto la “mattanza”, ha allertato il complice di tenere pronta l’auto per il “recupero”. Bisognava allontanarsi in fretta, c’era troppa gente.
Mai Edda Costabile e Ida Maria Attanasio avrebbero immaginato di chiudere la loro esistenza terrena sotto una tempesta di pallottole. La loro era sempre stata una vita lontana da amicizie imbarazzanti e ambienti a rischio. Una vita turbata da due grandi dolori: la morte prematura di Franco Attanasio, figlio di Edda e fratello di Ida, avvenuta trent’anni addietro; e l’arresto di Franco Attanasio junior, il fratello nato dopo di lui ed al quale venne dato lo stesso nome per perpetuarne la memoria. Due vicende che le avevano segnate: la prima frutto d’una crudele zampata del destino (un incidente stradale); l’altra prodotto della insensata violenza di Franco Attanasio junior, autore dell’omicidio di Damiano Galizia, 31 anni, al quale doveva una ingente somma di denaro.
Il killer che le ha assassinate ha compiuto un terribile atto di trasversale ritorsione considerato che poco interesse aveva la criminalità organizzata ad attirare l’attenzione di magistratura e forze dell’ordine su San Lorenzo del Vallo dopo quanto è avvenuto nel febbraio del 2011 quando vennero assassinate altre due donne. L’omicida è stato peraltro visto da decine di persone, così come il suo fiancheggiatore. E tra i testimoni già individuati dalle forze dell’ordine, coordinate dal procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, ce n’è almeno uno che avrebbe fornito indicazioni importanti. Il riserbo investigativo sul punto è tuttavia assoluto. In questa terribile vicenda rimane però ancora oscura una questione fondamentale: di chi erano le potenti armi da guerra fatte ritrovare da Franco Attanasio alla polizia, il 26 aprile scorso, in un garage di Rende? L’omicida ha riferito che il garage l’aveva ceduto in uso a Damiano Galizia. E perché, allora, ha fatto scoprire l’arsenale un’ora prima di ammazzare il trentunenne compaesano? Da dove provenivano e chi aveva acquistato mitragliatori, fucili a pompa e pistole? Solo il trentenne, ora ristretto nel carcere di Reggio, potrà offrire delle risposte. La madre Edda e la sorella Ida di queste cose non sapevano davvero nulla. La loro uccisione è stato solo un atto d’inutile barbarie.
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