L’odore acre della polvere da sparo mista al sangue torna ad infettare San Lorenzo del Vallo. Un inquietante agguato s’è infatti materializzato, ieri mattina, nel piccolo centro incastonato tra il Pollino e la Piana di Sibari. Ad essere centrato da due colpi d’arma da fuoco, esplosi probabilmente al termine d’una violenta lite dai contorni ancora tutti da chiarire, è stato il 62enne Francesco Vincenzo Gaeta. Il ferito è stato quindi trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza, dove i medici lo hanno immediatamente sottoposto a tutte le cure del caso. Per il momento la prognosi resta riservata, anche perché una delle pallottole conficcate nel suo corpo s’è fermata a pochi millimetri dall’aorta. Una distanza quasi impercettibile capace tuttavia di creare un enorme spartiacque tra la vita e la morte.
Sul posto, appena ricevuta l’allarmante segnalazione della sparatoria, si sono immediatamente recati i carabinieri. Le indagini in corso procedono nel massimo riserbo. C’è tuttavia una prima quanto importante indiscrezione: il ferimento del 62enne non avrebbe nulla a che fare con l’orrore piovuto poco meno di due mesi fa su San Lorenzo del Vallo, dove una mamma e sua figlia sono state brutalmente assassinate all’interno del cimitero, proprio davanti alla cappella di famiglia. Quella delle pistolettate esplose contro Gaeta sarebbe dunque una storia a sé, distante anni luce dal contesto in cui è maturato l’eccidio di Edda Costabile e Ida Attanasio. Le due donne erano infatti la madre e la sorella di Franco Attanasio, il giovane che nel maggio scorso confessò di aver ucciso il suo vecchio amico Damiano Galizia in una villetta di Rende. Omicidio che avrebbe innescato la vendetta del fratello della vittima, Luigi Galizia, fermato nelle settimane successive all’agguato nel camposanto.
L’unico punto di contatto tra le vicende sembrano dunque essere i luoghi, cioè questa piccola comunità sconvolta dalla violenza che si ripete nuovamente sotto i suoi occhi attoniti. Già, perché sempre a San Lorenzo del Vallo furono ammazzate altre due donne. Correva il 2011 e un’altra madre, Rosellina Indrieri, fu trucidata insieme alla figlia Barbara De Marco nella loro abitazione. A quella furia di piombo scamparono un altro figlio della Indrieri, che si finse morto, e il marito Gaetano De Marco. Per quest’ultimo l’appuntamento con la morte fu soltanto rinviato di due mesi, quando un killer dalla mira infallibile lo crivellò di colpi sul corso principale del paese, in pieno giorno e a pochi metri da una scuola. Un’intera famiglia sterminata per portare a compimento una sanguinosa vendetta trasversale: Aldo De Marco, fratello di Gaetano, pochi mesi prima aveva ucciso nella vicina Spezzano Albanese il giovane figlio del boss di ’ndrangheta Franco Presta. Con l’omicida in prigione, qualcuno ha pensato di farsi giustizia sommariamente sfogando il proprio odio contro persone innocenti.
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