Le luci sfavillanti del salotto buono cosentino sono proprio a due passi. Peccato però che il piazzale delle autolinee, con le sue banchine quotidianamente ricolme di pendolari, resti una sorta di terra di nessuno. Un luogo dove tutto può accadere, nonostante continui appelli e ripetuti episodi che vanno ben oltre i limiti del codice penale. L’ultimo in ordine di tempo risale alla serata di martedì, quando un ragazzino di appena quindici anni è stato avvicinato da un malintenzionato. Il bandito non ci ha pensato due volte ad aggredire il minorenne a calci e pugni, strappandogli dalle mani il cellulare per dileguarsi subito dopo nelle stradine che sbucano sull’autostazione. La giovanissima vittima, spaventata e sotto choc, è stata quindi soccorsa da alcuni passanti che hanno immediatamente allertato la polizia. Da qui la denuncia e la conseguente caccia a quell’ombra svanita dal centro cittadino col favore delle tenebre. Una mano d’aiuto alle indagini potrebbero darla le numerose telecamere piazzate all’esterno degli esercizi commerciali che si affacciano sul piazzale. Ma la ricerca non si preannuncia semplice, tanto per il buio che avvolge l’autostazione quanto per la rapidità con la quale è stata consumata la rapina.
Da anni cittadini ed esercenti chiedono che venga innalzato il livello di sicurezza in quest’area centralissima della città. Una zona su cui convergono non soltanto i numerosi viaggiatori provenienti dai quattro angoli della provincia e della regione, ma anche tanti malintenzionati. Non è un segreto che tra le banchine dell’autostazione vengano consumati vari traffici, dallo spaccio di stupefacenti fino alla prostituzione. Un’inchiesta condotta nel recente passato ha ad esempio svelato come il piazzale delle autolinee fosse diventata la base operativa d’una gang composta da ragazze d’etnia rom, giovani che con fare ammiccante circuivano anziani per poi derubarli. Non sono comunque mancati gl’interventi da parte delle forze di sicurezza. All’arrivo e alla partenza dei bus diretti verso il centro e nord Italia spesso si nota la presenza di qualche pattuglia. Ma evidentemente non basta. E la creazione di un presidio fisso – così come tante volte richiesto – non potrebbe che annacquare le velleità di chi sfrutta quel luogo per mettere a segno azioni delinquenziali di ogni genere.
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