È come se in ogni parcheggio si celasse una botola segreta, un buco nero capace di ingoiare auto come caramelle. Non v’è più una sola zona sicura nel comprensorio dell’area urbana. Il rischio di non trovare la vettura nel posto esatto (ma neanche altrove, poi, se non si paga il dovuto dopo la solita telefonata con voce contraffatta) dov’era parcheggiata è molto alto. Non è una congettura, un pregiudizio o una favola costruita su misura per alimentare un mito diventato un banalissimo luogo comune. Che i furti d’auto, nella città dei Bruzi, siano una piaga mai sanata è testimoniata dai numeri delle denunce degli automobilisti rimasti a piedi sul più bello, come si suol dire. Secondo una stima della Procura, tra novembre e dicembre dello scorso anno, nel perimetro dell’area urbana, sono scomparse centocinquanta auto. Una media di tre al giorno. Settantacinque vetture al mese rappresentano una cifra enorme davanti alla quale bisognerebbe, non solo far la riverenza ma aprire un ampio capitolo di riflessione. Il campione di riferimento appare abbastanza alto.
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