Aleppo nel cuore e nella testa, con la speranza di potervi tornare da laureato «per contribuire alla ricostruzione di ciò che è stato distrutto dalla guerra». Bashar Swaid ha lasciato la sua Aleppo tre anni fa e adesso è un dottorando in Ingegneria ambientale all’Università della Calabria, grazie alla quale spera dioronare il sogno di poter tornare in Siria. Lo racconta lui stesso intervenendo alla cerimonia d’inaugurazione dell’Annoaccademico dell’ateneo cosentino davanti al presidente della
Repubblica Sergio Mattarella.
«Aleppo - dice - la conoscete forse per le immagini TV di questi ultimi mesi, ma non mi basterebbe una giornata per
raccontarvi la sua bellezza e il valore che quei luoghi hanno per me, la mia famiglia e il mio popolo».
Parole apprezzate e condivise dal Capo dello Stato, che nel suo intervento ricorda l’importanza della presenza di studenti
stranieri nell’Ateneo e sottolinea come «Aleppo sia uno dei punti più alti della storia della civiltà umana ed esempio di
convivenza». Per poi aggiungere come sia «un segno deprimente di questi tempi che sia potuta diventare vittima di intolleranza e di violenza».
L’Università della Calabria, fondata da Beniamino Andreatta, sottolinea Mattarella «ha una quantità di connotazioni
particolarmente rilevanti, innovative ed emblematiche e tra queste vorrei sottolineare la presenza di studenti provenienti
da tanti Paesi». Come Bashar, appunto, il cui intervento è sicuramente il momento più toccante della cerimonia, cui hanno
partecipato anche i ministri dell’Interno e dell’Istruzione, Marco Minniti e Valeria Fedeli; il sottosegretario all’Economia
Tonino Gentile; la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi ed il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.
«Più di tre anni fa - racconta Bashar - ho dovuto lasciare Aleppo, una delle città più antiche e più belle del mondo, la
mia città di origine, ma volevo proseguire le mia attività scientifica e ho fatto domanda per una borsa 'Unicaladmission'
dell’Università della Calabria, alla ricerca di una nuova possibilità. Non è stato facile venire qui e non dimenticherò
mai gli sforzi enormi che sono stati fatti per me dall’Ufficio Internazionale e dal Centro residenziale per facilitare le
procedure del mio arrivo. Ma ce l’ho fatta». Una felicità resa ancora più grande dall’arrivo in Italia della moglie Hadya,
adesso anche lei studentessa all’Unical, e dei loro due figli, Luna e Ahmad, che «qui sono felici e studiano con i loro
compagni italiani».
Bashar «grazie all’Università della Calabria» ha ottenuto anche l’iscrizione all’Ufficio europeo dei brevetti e
"depositato - spiega - il mio primo brevetto che riguarda un innovativo sistema generativo sviluppato con i miei tutor».
Adesso non nasconde di sperare di tornare a dare una mano al suo Paese. «E quando sarò sulla Collina di Aleppo - conclude -
guarderò a nord ovest, verso la Calabria e l’Italia, dove avrò speso parte della vita e della mia famiglia, guardando ad un
Paese amico e generoso che porterò sempre nel cuore». E la stretta di mano che gli riserva il Capo dello Stato alla fine
dell’intervento rappresenta l’augurio che il suo sogno possa avverarsi.
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