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La ’ndrangheta fa forse paura anche da dietro le sbarre? I commercianti ritrattano. Ennesima retromarcia nel processo, che trae origine dall’operazione antimafia denominata “Plinius 2”, in corso di svolgimento davanti al Tribunale di Paola. Il proprietario di un’attività economica finita sotto ricatto del clan ci ha ripensato e ha cambiato la sua versione dei fatti. A precisa domanda dell’avvocato Pietro Russo la parte offesa ha negato di avere subito estorsioni. Per la vicenda è incriminato, tra gli altri, anche Edone Esposito. Secondo l’accusa, Esposito avrebbe compiuto «atti idonei diretti a farsi corrispondere una somma di denaro, dell’importo non meglio specificato, a titolo estorsivo. In più occasioni, si portava presso l’attività commerciale gestita dalla parte offesa, ubicata in Praia a Mare e chiedeva quanto sopra citato, con minaccia di ritorsioni». In sostanza, avrebbe preteso la “mazzetta”. Non sarebbe, però, riuscito nell’intento poiché la vittima avrebbe riferito di avere già pagato.
Sempre per le estorsioni all’attività economica gestita dal teste che ha ritrattato sono incriminati Carmelo Valente, Luigino Valente, Emilio Iacovo, Anthony Johnny Della Montagna (già giudicati in abbreviato).
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