Hanno preso contanti e gioielli e sono scappati via come se niente fosse. Tutto è filato secondo i piani. I due uomini che l’altra sera hanno assaltato, nella zona di Città 2000, la gioielleria “Momenti preziosi” non hanno incontrato molte difficoltà. la rapina s’è consumata secondo un copione, ormai, logoro ma comunque abbastanza efficace. L’azione è durata il tempo necessario a intascare il malloppo e girare i tacchi. Mancavano pochi minuti all’orario di chiusura quando il primo rapinatore ha citofonato chiedendo d’entrare. Una figura innocente, benché – hanno raccontato i titolari della gioielleria agli inquirenti – parte del viso era occultata dalla visiera d’un cappellino. Un fatto normale considerato il freddo e la pioggia che cadeva a catinelle. Nulla di cui preoccuparsi, almeno in apparenza. Il gioielliere, però – che qualche anno fa ha subìto un’altra rapina – ha dovuto rimettere in discussione la sua buona fede pochi secondi dopo l’ingresso dell’uomo all’interno del locale. In una piccolissima frazione di secondo la paura ha preso forma ed è andata a braccetto col timore che qualcosa potesse andare storto. In lasso infinitesimale di tempo il rapinatore ha estratto la pistola e ha puntato la canna contro il negoziante, che sotto la minaccia dell’arma ha dovuto premere il pulsante di sblocco della porta blindata per la seconda volta. Operazione necessaria, quest’ultima, per agevolare l’ingresso dell’altro rapinatore: il cosiddetto complice, quello col volto coperto, quello che a mani libere ha rovistato nelle scansie del registratore di cassa per prendere tutto quel che c’era.
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