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Nuovi sostegni alla fusione tra Corigliano e Rossano

Nuovi sostegni alla fusione tra Corigliano eRossano

Il progetto di fusione tra i comuni di Rossano e Corigliano, verso la quale guardano con fiducia, per i benefici che procurerebbe alle due città ed al comprensorio, quasi tutte le forze politiche ed i rappresentanti delle istituzioni delle due città, anche se con qualche distinguo che non inficia la bontà del progetto, le associazioni, le forze sociali, punta dritto verso il referendum che, secondo, gli addetti ai lavori potrebbe essere indetto per questa primavera.

Il coro dei favorevoli, convinti dal nascere dell’idea come il comitato delle 100 associazioni, si allarga sempre più, consapevoli che il comune unico con i suoi 80 mila abitanti, oltre a fruire di benefici economici e di nuove opportunità di sviluppo nei diversi settori della vita economia e sociale, farà da motore propulsore per togliere dall’attuale isolamento l’intero territorio della Sibaritide, dove i giovani professionisti e non oggi vivono drammaticamente il problema della mancanza di opportunità lavorative.

Tra coloro che recentemente hanno manifestato apprezzamento per l’iniziativa di fusione avviata a Corigliano e Rossano ed i paesi della preSila, vi è il sindaco di Campana, nella Sila Greca, Agostino Chiarello, che, attraverso l’analisi delle condizioni economiche dei comuni penalizzati dai tagli del fondo di solidarietà comunale e dei trasferimenti statali, vede un futuro buio per le piccole municipalità, sempre più penalizzate. Chiarello di fronte a tutto ciò aggiunge con amarezza che «un piccolo comune come Campana non sarà in grado di garantire né i servizi essenziali, né l’organico attuale con mobilità e licenziamenti dietro l’angolo».

Da qui la proposta di prendere in considerazione l’idea di fusione «per elevare sin da subito sia il livello di efficienza dei servizi sia le chance di progettazione per uno sviluppo locale comune ed ecosostenibile in una dimensione socio-economica sempre più globalizzata» anche tra i comuni della Sila Greca.

Ma vi è anche chi esce dal coro dei consensi e manifesta scetticismo come il coordinatore territoriale di Noi con Salvini, Egidio Perri che ritiene debba essere compito della politica quello di “costruire” il bene dei popoli. Perciò si interroga: «Tra fusione e riqualificazione territoriale conta di più la politica o il numero degli abitanti? La fusione – chiarisce Perri – che potrebbe essere un effetto della buona politica, pare sia diventata lo strumento principale che sostituisce la politica e renda fattibili tante idee, tanti progetti, l’attrazione di fondi privati, l’intercettazione di fondi pubblici, miglioramento della vita, del welfare, delle strade, dei marciapiedi, della riapertura di tribunali, ospedali e ferrovie, praticamente una bacchetta magica».

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