Cosenza
Non si parla d’altro. Tra i capannelli che si formano sull’isola pedonale di corso Mazzini, sulle piazze virtuali generate dai social network, nei bar e negli altri locali che danno vita al centro e alla periferia della città. Cosenza sembra essere diventata l’obiettivo di una criminalità sfrenata, pronta a tutto pur di arraffare poche decine di euro. Ormai è sempre più lunga la lista di furti e rapine compiuti dall’inizio dell’anno sulle rive del Crati. E la popolazione bruzia ne ha già viste di tutti i colori nel primo mese e mezzo di questo turbolento 2017. Sono infatti andate in scena le classiche “spaccate”, cioè colpi messi a segno sfondando vetrine e saracinesche grazie ad automobili usate come arieti.
Non sono mancati i tipici raid in banche, tabaccherie e altri esercizi commerciali, alcuni dei quali perpetrati con modalità particolarmente violente. È il caso dell’assalto al bar Bruni di viale Cosmai, dove un bandito s’è accanito contro due dipendenti del locale mandando entrambi all’ospedale. Senza dimenticare quanto accaduto in piazza Cappello, pochi giorni dopo Capodanno, a un medico: il professionista s’è addirittura visto sparare contro alcuni colpi di pistola da un uomo rimasto finora sconosciuto. Martedì sera l’ultimo e gravissimo episodio di via Cervi. Pensare a una regia unica appare fuori luogo. Alcuni colpi sono stati progettati nei minimi dettagli, altri si sono dimostrati del tutto estemporanei e portati a termine probabilmente da sbandati. Alla paura ormai diffusa in un’intera città bisogna però rispondere con vigore. E magari il più velocemente possibile. (f.me.)
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