La criminalità “predatoria”. Quella cioè specializzata in furti, scippi e rapine. Una criminalità non animata dall’azione di vere e proprie gang ma dalle sortite di piccoli delinquenti desiderosi di racimolare rapidamente somme di denaro. Per capirci: nel caso della consumazione di “colpi” in danno di esercizi pubblici o commerciali non agiscono “batterie” di rapinatori ben strutturate, ma piccole “bande” capaci di rischiare magari cinque anni di galera per un pugno di banconote. E non si tratta di “giovani leve” che agiscono per conto di vecchi personaggi della malavita; oppure di “ragazzi” desiderosi di mostrarsi arditi ai capi delle cosche. Si tratta, piuttosto, di figure minori del sottobosco delinquenziale.
«La loro azione» spiega il procuratore aggiunto Marisa Manzini, «non è legata alla circostanza che siccome nell’area urbana non ci sono più tanti mafiosi nessuno li tiene a bada; ma, al contrario, al fatto che nel capoluogo circola tantissima droga e molti di questi malviventi hanno bisogno di denaro fresco per rifornirsi o per pagare i debiti». Che la città sia oberata di stupefacenti lo si coglie dalle due ultime operazioni condotte dalla magistratura inquirente: una settantina di persone, infatti, sono rimaste coinvolte nelle indagini perchè sospettate di spacciare droghe pesanti e leggere. « A questo aumento della diffusione degli stupefacenti – aggiunge la Manzini – corrisponde una crescita di rapine, furti e scippi. E i due dati sono a mio avviso collegabili. Non solo: credo che la presenza di tanta droga non possa che essere collegata all’azione della criminalità organizzata. Nel senso che un mercato tanto florido è certamente rifornito dai clan mafiosi che, dunque, ne governano poi la distribuzione». Insomma, non sarebbe l’assenza dei “capi” ’ndrangheta a lasciar mano libera a scippatori, rapinatori e ladri ma il costante bisogno di soldi determinato dal diffuso uso di stupefacenti. La sequenza di crimini compiuti nella città capoluogo desta particolare allarme. Impressione suscita la violenza mostrata in talune occasioni dai banditi – pensate ai casi di piazza Cappello, viale Cosmai e corso Mazzini – e la loro giovane età. Così come fa paura che i banditi scelgano indifferentemente tabacchini, farmacie, negozi, sale giochi e gioiellerie per arraffare sempre nuovi bottini. Le rapine sono spesso organizzate male e fatte peggio: ciò a conferma di una quasi totale improvvisazione degli autori.
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