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Sbronze killer, giovani e donne vittime preferite

Sbronze killer, giovani e donne vittime preferite

L’alcol è un problema, anche al volante. I carabinieri della compagnia di Rende, agli ordini del capitano Sebastiano Maieli, denunciano quasi una persona al giorno per guida il stato d’ebbrezza. Cioè con una quantità di alcol nel sangue superiore al limite imposto dalla legge: 0,5 grammi per litro.

La legge

La normativa italiana attuale prevede che guidare un veicolo oltre questo margine costituisce un reato punito, oltre che con la perdita di 10 punti della patente, con le severe sanzioni previste dagli articoli 186 e 186 bis del Codice della Strada. Guida con tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 g/l: ammenda da 500 a 2.000 euro, sospensione patente da 3 a 6 mesi. Tra 0,8 e 1,5 g/l: ammenda da 800 a 3200 euro, arresto fino a 6 mesi, sospensione patente da 6 mesi ad 1 anno. Superiore a 1,5 g/l: ammenda da 1.500 a 6.000 euro, arresto da 6 mesi ad un anno, sospensione patente da 1 a 2 anni, sequestro preventivo del veicolo, confisca del veicolo (salvo sia di persona estranea al reato).

La patente di guida è sempre revocata quando il reato è stato commesso da conducente di autobus o di veicolo destinato al trasporto merci, in caso di recidiva biennale. La revoca della patente viene inoltre disposta quando il conducente, con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o sotto l'influenza di droghe, ha provocato un incidente.

Cinque mesi da sballo

Dal primo ottobre al 28 febbraio, i carabinieri rendesi hanno denunciato 84 persone per guida in stato di ebbrezza e 9 poiché si sono rifiutati di sottoporsi al controllo etilometrico. Altre 5 segnalate amministrativamente poiché beccate al volante con tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8.

La stragrande maggioranza dei denunciati (86 su 93) sono uomini, con solo 7 donne sul totale. Giovani ma non troppo gli automobilisti col vizietto. La fascia d’età più colpita è compresa tra 20 e 30 anni (57 persone), poi 30-40 anni (18), quindi gli over 40 (12) e infine 18-20 (6). È evidente che l’età più ferita è quella universitaria. Altri dati riguardano il tasso alcolemico nel sangue: 49 automobilisti lo avevano tra 1 e 1,5 g/l, 26 inferiore a 1 g/l, 13 tra 1,5 e 2, 5 sopra i 2 g/l. Praticamente ubriachi.

Un problema diffuso

L’alcol è un killer silenzioso ma implacabile. Uccide sorridendo ma senza il coraggio di guardanti negli occhi. L’Organizzazione mondiale della sanità parla d’una «sostanza tossica, potenzialmente cangerogena. Una droga capace di indurre dipendenza superiore rispetto alle sostanze o droghe illegali più conosciute». Da tempo in prima linea c’è l’Unità di Alcologia dell’Azienda sanitaria provinciale coordinata da Maria Francesca Amendola. A fine marzo e aprile, a esempio, sarà protagonista d’una serie d’iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, sia inserite in iniziative nazionali che pensate e organizzate in loco.

A rischio

Vittime preferite sono i giovani sotto i 16 anni di età, le donne e gli anziani. Sono più vulnerabili agli effetti delle bevande alcoliche rispetto all’uomo adulto a causa di una ridotta capacità del loro organismo a metabolizzare l’alcol. Che pur apportando circa 7 Kcalorie per grammo non è un nutriente come le proteine, i carboidrati o i grassi alimentari. Non a caso è il terzo più importante fattore di rischio per malattia e morte prematura, dopo il fumo e l’ipertensione, più rilevante dell’ipercolesterolemia e del sovrappeso. È una vera e propria droga... legale.

Donne in crescita

È in progressivo aumento il numero delle donne che alzano il gomito. «Le minorenni – spiega Amendola – bevono per sentirsi più grandi ed essere come gli uomini. Ma le donne che esagerano con l’alcol non sono mai ben viste». La specialista conferma che sono molte le professioniste “malate di alcol” ma difficilmente si rivolgono ai servizi pubblici, a differenza di altre categorie sociali come casalinghe che bevono in solitudine e raccontano che così la mattinata trascorre più facilmente e fare i servizi sembra meno difficile.

Cattive abitudini

Gli aperitivi sono una tragedia. Sempre più spesso, per molti, stare insieme significa bere. Per i ragazzi, in particolare, è sinonimo di divertimento. Vederli girare in gruppo con in mano una bottiglia di birra è ormai un’immagine comune. Anche la comunicazione, d’altronde, ha da tempo colpevolmente inserito l’alcol e il bere come stile di vita quotidiana. Non solo spot ma pure occasioni di vita comune promuovono in maniera più o meno evidente sostanze alcoliche. Perché il mercato ha bisogno di reclutare continuamente nuovi bevitori. La facilità con cui tutti possono avere accesso alla “sostanza”, poi, fa il resto.

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