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Perseguitata e picchiata dall'ex

Perseguitata e picchiata dall'ex

«I lividi continuano a uscire, la mascella è quasi sbloccata ma ancora deve parlare lentamente perché le fa male, così come il collo che tra l’altro è il problema maggiore. Da giorni va avanti con antidolorifici ma non basta. Di notte non si dorme e temo che dovremo cominciare un percorso psicologico poiché non è una situazione gestibile da soli».

È amareggiato ma non abbattuto Aldo, il convivente di Maria (i nomi sono di fantasia) la quale nei giorni scorsi ha postato sui social due foto con la maglia strappata e il collo immobilizzato da un tutore, raccontando che erano le conseguenze dell’ennesima aggressione subita dall’ex compagno, un 50enne come lei residente lungo il Tirreno. Assieme hanno avuto pure una figlia la quale adesso ha sei anni e che a sentire le parole della mamma sarebbe stata pure lei vittima delle aggressioni dell’uomo il quale non accetta la chiusura della relazione. E ancora meno che Maria stia faticosamente provando a rifarsi una vita con il nuovo convivente che la ama e le sta vicino. Fa il possibile per proteggerla ma non può andare oltre quanto previsto dalla legge.

Quindici denunce

La persecuzione andrebbe avanti da tempo. Troppo. Tant’è che Maria ha già formalizzato quindici denunce nei confronti del 50enne, senza però riuscire a evitare che continui ad avvicinarsi e aggredirla, com’è successo nei giorni scorsi. Ecco perché, ormai disperata, ha messo in piazza il suo dramma, postando le foto e un commento che lascia poco spazio alla fantasia. «Ecco il risultato di dodici (ieri ha scoperto che sono di più, 15 appunto, ndc) denunce fatte. Ecco l’ennesimo risultato, ecco cosa ti succede dopo dodici suppliche di aiuto da parte di una bestia!!! Che tutti lo devono sapere!!!!! Dieci giorni di prognosi, se va bene, lividi rabbia e il terrore di mia figlia che non si può descrivere!!!!! Ecco io ci metto la faccia e il nome ci metto in conto le malelingue che fin ora si sono scatenate nel difendere l’indifendibile anche grazie a voi questo è stato possibile!!!!».

Sulla rete è stato una valanga d’attestati di solidarietà, offerte di aiuto e inviti non mollare, a non arrendersi. Anche di segnalazioni di strutture e numeri cui rivolgersi. Ma Maria non vuole lasciare la sua comunità né gli affetti, anche perché non ha fatto male a nessuno, quindi non accetta di dovere scappare. «Finora tacere non è servito a niente. Adesso basta. Non mi resta che parlare».

Accecato dalla gelosia, oltre alle aggressioni fisiche e verbali l’ex ha pure imbrattato i muri del paese con frasi offensive nei confronti di Maria. I carabinieri, cui la donna s’è rivolta, stanno seguendo con attenzione il caso ma sinora non hanno ricevuto alcun provvedimento da eseguire. La situazione è ancora al vaglio della procura di Paola cui sicuramente sono giunte le denunce ripetute formalizzate dalla donna. Magari pure i referti dei sanitari da cui la malpacitata è stata soccorsa.

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