Ottanta euro per un arsenale. Era basso l’affitto mensile pagato per il box a Quattromiglia di Rende dove i poliziotti della squadra mobile cittadina trovarono di tutto. Anzi, di più: due Ak 47 Kalashnikov e altrettanti Thompson, un mitra Sten e uno Tommy Gun e una mitraglietta Uzi. Erano tutti accuratamente messi al riparo dall’umidità all’interno di borsoni e buste di plastica. Conservati da professionisti, gente che sapeva bene come tutelarle al meglio. In tutto sei mitragliatrici, due pistole mitragliatrici, un fucile mitragliatore, un fucile a pompa, due moschetti, due fucili, due pistole e migliaia di proiettili. Sul mercato nero 100 mila euro o poco meno.
«Si poteva andare alla guerra» commentò con ironia un investigatore dopo il blitz.
Il contratto
Sull’affitto del garage hanno fatto chiarezza le dichiarazioni rilasciate alla procura antimafia di Catanzaro da Franco Attanasio, 34enne agente immobiliare di San Lorenzo del Vallo con la passione per il giornalismo, reo confesso dell’omicidio di Damiano Galizia, 31enne imprenditore, anch’egli di San Lorenzo, trovato senza vita quattro giorni dopo la scoperta delle bocche di fuoco. Le quali furono individuate proprio grazie alla soffiata del presunto assassino. Il quale agli investigatori ha chiarito d’avere ceduto il locale in fitto a Galizia che gli aveva chiesto un box auto, concordando una pigione mensile di 80 euro, che, tra l’altro, a dire di Attanasio, Galizia non ha mai pagato. Tuttavia l’accordo è rimasto attivo sino a quando, a fine aprile 2016, la questura contattò la proprietaria chiarendole che aveva bisogno di entrare nel garage per un controllo. Lì dentro, è emerso dalle indagini, armi e munizioni sarebbero stati trasportati con un furgone. Guidato da chi e per conto di chi, è ancora da chiarire.
Verifiche comparative
All’interno del magazzino sono intervenuti pure personale della polizia scientifica, l’artificiere e la polstrada. Pistole e fucili sono state passate al vaglio degli specialisti che hanno avviato una serie d’accertamenti e pure analisi comparative per verificare se siano compatibili con le armi usate in fatti di sangue del passato prossimo e remoto nell’area urbana e nel resto della Provincia. Tra gli altri, a esempio, la strage di San Lorenzo del Vallo del 16 febbraio 2011. Nessuno lo conferma ufficialmente ma c’è una pista che lega l’arsenale agli ambienti criminali di Roggiano.
Le stesse pallottole
Nei giorni scorsi è emerso un particolare molto importante che da un lato aggrava il peso delle indagini sull’arsenale e dall’altro offre agli inquirenti una pista per cercare la verità sull’efferato duplice omicidio dello scorso 30 ottobre a San Lorenzo del Vallo. Edda Costabile, 77 anni, e sua figlia sua figlia Ida Attanasio, 52, madre e sorella di Franco Attanasio, furono uccise mentre pregavano davanti alla cappella di famiglia. La madre non ebbe scampo mentre Ida Attanasio provò a scappare per sottrarsi alla furia del sicario ma fu raggiunta e freddata poco lontano. Per il duplice delitto lo scorso novembre la procura di Castrovillari ha disposto il fermo di Luigi Galizia, 38 anni, fratello di Damiano Galizia. La magistratura inquirente ritiene sia stato lui il responsabile dell’agguato mortale nei confronti delle due donne.
Durante le verifiche scientifiche, tecniche e balistiche incrociate tra la santabarbara scovata a Rende e i bossoli rinvenuti tra fiori e lapidi a San Lorenzo del Vallo, gli specialisti della polizia hanno appurato che le pallottole esplose nell’agguato al cimitero del centro cosentino fanno parte della stessa partita di quelle trovare nell’arsenale sequestrato all’interno d’un box del complesso residenziale “Il girasole” a Quattromiglia di Rende.
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