I loro modelli di riferimento sono gli spietati personaggi delle fiction televisive sulla criminalità, “Gomorra” su tutte. Tanto da scimmiottare quella violenza trasmessa dagli attori di queste serie di grande successo. Tanti giovani cosentini usano i social network incuranti delle conseguenze derivate dalle minacce, dagli inquietanti messaggi veicolati online, dall’esaltazione dello “sballo” e del crimine organizzato.
Capita così che ragazzi appena ventenni finiti ai domiciliari continuino imperterriti a pavoneggiarsi su internet. E non mancano le rappresentanti del gentil sesso, adolescenti che di fronte a un’operazione delle forze dell’ordine scrivono senza vergogna: «Sbirri infami».
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