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Camerieri e bagnini, 21 occupati in... nero

Camerieri e bagnini, 21 occupati in... nero

C’erano 21 lavoratori in nero in alcune strutture turistiche della Riviera dei Cedri. Ventuno dipendenti senza contratto, senza futuro. È la realtà attuale, prendere o lasciare. Chi non riesce a tirare a campare è costretto ad accettare una paga senza contributi, senza previdenza. La guardia di finanza ha scovato i 21 irregolari al termine di articolate indagini. Diciassette erano impiegati in un albergo di San Nicola Arcella. Quattro, invece, erano in servizio in uno stabilimento balneare di Diamante. Tutti, non assunti e assicurati così come previsto dalla legge.

Le società che gestiscono le due strutture turistiche si trovano ora nel periodo di 120 giorni concesso per regolarizzare le posizioni in nero individuate dalle fiamme gialle del comando provinciale di Cosenza. Gli imprenditori in difetto sono stati infatti diffidati ad assumere i lavoratori per un periodo non inferiore ai 3 mesi. In caso contrario andranno incontro a pesanti sanzioni che competono alla Direzione territoriale del lavoro di Cosenza. Si va da mille500 a 9mila euro per ogni persona impiegata per un periodo di almeno trenta giorni. Si arriva anche a 36mila euro se la forza lavoro irregolare è stata impiegata per almeno due mesi. A queste cifre, e considerando altri fattori, la posizione più compromessa appare quindi quella dell’albergo di San Nicola Arcella. Colpisce infatti il numero incredibile, diciassette, di lavoratori in nero impiegati per mandare avanti la struttura.

Le irregolarità sono emerse nell’ambito dei controlli svolti a luglio ed agosto dalla tenenza della guardia di finanza di Scalea. Le risultanze sono state diffuse solo nelle ultime ore, a risultato conseguito. Le verifiche sui luoghi di lavoro stagionali caratterizzano infatti l’impegno delle fiamme gialle nel periodo estivo. Così come, negli altri mesi dell’anno gli accertamenti si concentrano su altre attività. Sul settore dell’edilizia, per fare un esempio. Un’attività di indagine varia, complessa e di certo non semplice. Ad un primo monitoraggio sull’insieme dei luoghi di lavoro che proprio in estate richiedono maggiori maestranze segue il controllo incrociato con le banche dati degli istituti previdenziali. Da queste ultime emerge il numero di lavoratori effettivamente assunti. Segue dunque la fase di osservazione. Nei casi in oggetto, i finanzieri hanno monitorato a lungo l’attività dell’albergo e del lido notando quasi da subito che il numero di impiegati eccedeva quello dei lavoratori dichiarati.

Quasi a colpo sicuro, dunque, la guardia di finanza è intervenuta direttamente nelle strutture, svolgendo controlli sulla documentazione presente e intervistando i dipendenti “sorpresi” al lavoro. La loro posizione “in nero” è emersa immediatamente nella maggior parte dei casi contestati.

Durante le cosiddette interviste dei soggetti presunti irregolari, alcuni lavoratori avrebbero tentato di “coprire” il datore di lavoro prendendosi il rischio di macchiarsi di false dichiarazioni all’autorità procedente. Ma si sarebbero verificati anche provocazione e contestazioni dell’attività dei finanzieri da parte di avventori delle strutture. «Invece di arrestare chi ruba – avrebbe detto qualcuno – ve la prendete con chi lavora».

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