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L'ombra del racket dietro l'intimidazione

L'ombra del racket dietro l'intimidazione

Materiale infiammabile, ma non esplosivo. Questo l’esito delle analisi effettuate dal nucleo investigativo del reparto operativo dei carabinieri di Cosenza sul presunto ordigno rudimentale posizionato da ignoti domenica notte sul cancello di un’attività commerciale di Scalea. Un atto compiuto molto probabilmente a scopo intimidatorio.

A scoprirlo – lo ricordiamo – è stato il proprietario della rivendita di materiale per l’edilizia all’orario di apertura, le 7 del mattino, di lunedì. Un cubetto di materiale plastico di piccole dimensioni era stato fissato con del nastro adesivo sul cancello della sua attività. Nel solido era conficcata una miccia pirica e su di esso era appoggiato un accendino. Dopo aver lanciato l’allarme, l’area circostante il negozio è stata transennata e interdetta dai carabinieri fino alle 13. Sul posto ha operato anche una squadra del nucleo investigativo e degli artificieri del comando provinciale dell’Arma. All’indomani di quanto accaduto in città c’è sgomento. Una reazione dettata, si presume, da riflessioni dello stesso tono di quelle condivise con la Gazzetta del Sud dal titolare del negozio. «Pensavamo – aveva detto a poche ore dal fatto – che a Scalea queste cose fossero finite». Eppure sono cose che continuano a succedere. E nonostante tutto, l’imprenditore ha trovato il coraggio di denunciare.

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