Un lampo di luce, un’esplosione e poi il buio. Rumore di vetri in frantumi, confusione, smarrimento. Un fulmine caduto troppo vicino? Un petardo di grosse dimensioni esploso nei pressi o uno scoppio per una fuga di gas? In via delle Viole, a Santa Maria del Cedro, gli abitanti di in una palazzina di tre piani le hanno pensate un po’ tutte mercoledì sera. Tutto, ma non che qualcuno all’ora di cena avesse piazzato e fatto esplodere una bomba di fronte al portone di casa loro. Dopo l’esplosione si sono precipitati fuori dagli appartamenti facendosi strada con la luce dei display degli smartphone. Giù, via, fuori, diritti nel corpo scale invaso dal fumo bianco. Nell’aria uno strano odore. Un misto di bruciato e polvere da sparo. Aiutandosi gli uni con gli altri hanno guadagnato il cortile. Qui hanno iniziato a capire cosa fosse veramente successo.
Sul posto sono poi giunti, in ordine sparso, i carabinieri della Stazione di Santa Maria del Cedro, gli uomini del Nucleo operativo, due pattuglie del radiomobile di Scalea, gli artificieri di Cosenza e una squadra dei vigili del fuoco. I pompieri hanno illuminato l’area e le cose si sono fatte più chiare. Il portone in alluminio sventrato. I vetri delle finestre del corpo scala e quelle degli appartamenti distrutti. Nel cortile i chiari segni dell’esplosione leggibili anche su un tubo pluviale, frantumato fin dove lo scoppio ha potuto. Detriti sparsi un po’ ovunque tra le auto parcheggiate e le bici e i giocattoli dei bambini.
Coordinati dal capitano della compagnia di Scalea, Daniele Nardone, i militari hanno contrassegnato i reperti e sentito i protagonisti di questa brutta faccenda per ricostruire l’accaduto. Si è capito che si è sfiorata la strage. In uno dei due appartamenti vivono in cinque: genitori e tre giovani figli. Al piano di sopra c’è lo studio tecnico di un professionista del luogo. Quest’ultimo in particolare è salvo per miracolo. Era già per le scale quando ha ricordato di aver lasciato una finestra aperta. È quindi tornato indietro per rimediare. Pochi secondi dopo, la bomba è esplosa ma lui per fortuna era al sicuro. Ma va considerato anche che, visto l’orario della detonazione, circa le 21.30, chiunque tra gli occupanti dello stabile poteva trovarsi nei pressi dell’ordigno. Persino qualche vicino per una visita di cortesia.
Indagano i carabinieri per risalire ai probabili autori del gesto che è apparso ai più come una intimidazione. Dovranno capire che tipo di ordigno è stato utilizzato e quali materiali per confezionarlo. Indizi che potrebbero condurre alle mani che hanno fabbricato la bomba di via delle Viole. Anche le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza di un privato sono al vaglio degli inquirenti. Un nuovo grave episodio all’attenzione della Procura di Paola in attesa che si intervenga sull’Alto Tirreno cosentino, dove la criminalità organizzata sembra vivere una fase di nuovo vigore.
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