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Il crac della "Nord Hotel", nei guai anche Ercole Barile

Il crac della "Nord Hotel", nei guai anche Ercole Barile

La trama del crac della “Nord Hotel” è tracciata all’interno dell’inchiesta della guardia di finanza che fa luce su ipotetiche distrazioni di denari dalle casse della società fallita. La spinta investigativa che ha consentito al pm Donatella Donato di definire le presunte responsabilità della supposta bancarotta si è esaurita. E nelle ultime ore il magistrato ha inviato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari all’ex consigliere regionale e provinciale Mimmo Barile, al fratello Ercole e ai due amministratori che si sono alternati alla guida della società prima della messa in liquidazione, Giovanni Battista Guzzo e Gianfranco Tenuta. I quattro indagati (che sono difesi dagli avvocati: Roberto Le Pera, Francesco Gelsomino, Roberto Ippolito e Guido Costantino), avranno a disposizione tre settimane per produrre memorie difensive o chiedere l’interrogatorio. Nei giorni scorsi, la Tributaria aveva eseguito il sequestro di beni riconducibili a Mimmo Barile che l’accusa ritiene la mente del crac. Sotto chiave erano finiti beni di proprietà di altre tre società riconducibili a Barile. In particolare: 1.223.392 euro della “Hotel Centrale srl”, già fallita nel 2014; 955.530 euro della “Ebi srl”; e 213.418 della “Preziosi Pret a Porter srl”, le ultime due in liquidazione. Lo stesso ex politico era stato raggiunto da un’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari successivamente revocata dallo stesso gip sulla scorta dei risultati di investigazioni difensive. Con Mimmo è entrato nell’inchiesta anche il fratello Ercole che è stato amministratore della “Nord Hotel” dal primo gennaio del 1996 al 30 giugno del 2003. Le investigazioni della Tributaria sono sbocciate dalla lettura della dettagliata relazione del curatore fallimentare. In principio la srl era stata costituita da Mimmo Barile con i fratelli Ercole e Carla e con Olga Chiappetta nel 1982. Mimmo barile rimase al timone della società fallita, in qualità di amministratore, dal 1992 al 1995, per ritornarci, successivamente, dal 2003 al 2013. La “Nord Hotel” cominciò a svolgere attività nel 1992 con l’unica struttura alberghiera di proprietà: l’“Hotel Executive”. Il fatturato sarebbe cresciuto costantemente, fino al 2003. In particolare, nel 1995, la società beneficiò di un contributo regionale importante pari a 1.870.000.000 di vecchie lire. Dalle relazioni contabili quei denari risultarono in entrata nelle casse della “Nord Hotel” alla voce contributo in conto impianti, salvo essere richiamato in bilancio come contributo in conto capitale. Poi, la lenta e inesorabile caduta.

Dalle carte delle investigazioni delle Fiamme gialle è affiorata anche una società che ha sede a Barcellona. Proprio l’ipotizzato collegamento tra la srl catalana e Mimmo Barile era stato l’elemento sul quale era stato impalcato l’ordine d’arresto nei confronti dell’ex consigliere regionale e provinciale. Ma le indagini difensive hanno prodotto un’altra verità con un retroscena risultato decisivo. Dal registro delle imprese di Barcellona è risultata la revoca della carica di amministratore unico della “Tincson” a Mimmo Barile, sin dal 9 gennaio del 2012 e che adesso, l’indagato non ha alcuna partecipazione nel sodalizio spagnolo.

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