Cosenza
Un’estate così non la dimenticheremo facilmente. Con ben 120mila ettari di superficie dello Stivale percorsa dalle fiamme. Più del doppio dello scorso anno. E la Calabria è in cima alla statistica. Qui da noi, da giugno ad agosto, è stata combattuta una guerra contro i righi. Togliendo gli anziani, i bambini e alcune donne costrette a rimanere in casa, la chiamata alle armi non ha risparmiato nessuno. Con secchi arrugginiti, vecchie pale, vanghe e badili è stata organizzata una coraggiosa resistenza civile per difendersi dall’aggressione del fronte incandescente, per salvare i sacrifici di una vita. I calabresi hanno dovuto lottare contro la furia del fuoco che si è mangiato monti, colline, ettari di vegetazione, case, stalle, ricordi e ha portato anche la morte. Il fuoco ha incenerito migliaia di alberi secolari, trasformando in deserto le oasi verdi di questa nostra terra, spaventando e minacciando i residenti che, spesso, hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni per giorni.
Un’apocalisse senza precedenti con oltre ottomila roghi censiti lungo quella linea rossa, praticamente ininterrotta, che è stata attraversata dal fuoco delle mafie. Un unico tratto che ha congiunto il Pollino allo Stretto, lo Jonio al Tirreno. Nessuna zona è stata risparmiata. Il capo della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi, aveva denunciato: «C’è l’ombra della ’ndrangheta dietro molti di quegli incendi boschivi». La ’ndrangheta dei boschi, della speculazione edilizia, della montagna. Per mesi la Calabria è andata a fuoco nell’indifferenza. Troppo silenzio sui fuochi delle ’ndrine. Un’azione di tutela che è sembrata insufficiente rispetto alla violenza degli incendi. Adesso, però, lo Stato ha compreso e prepara la risposta. Lo sta facendo con inchieste riservatissime e con attività pubbliche di confronto. Come il convegno nazionale, voluto dal Comando carabinieri tutela forestale che ha chiamato a raccolta esperti e tecnici nel convegno nazionale che si svolgerà martedì mattina, a partire dalle 9.30, nell’aula magna dell’Unical. Il tema è scontato: “La gestione del territorio dopo gli incendi boschivi: esperienze a confronto”.
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