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Omicidio Lanzino, tutti assolti

Omicidio Lanzino, disposta comparazione del Dna

Non fu Franco Sansone, imprenditore agricolo cinquantenne di Cerisano, a stuprare e uccidere la studentessa diciannovenne di Rende Roberta Lanzino, nel luglio del 1988. L’hanno stabilito i giudici della Corte di assise di appello di Catanzaro confermando il verdetto assolutorio già emesso lo scorso anno nei confronti dell’imputato dai giudici di Cosenza. Lo stesso Sansone era finito a giudizio, insieme con il padre, Alfredo, con l’accusa di aver fatto sparire per lupara bianca, nel 1989, il suo presunto complice nello stupro: Luigi Carbone, allevatore di Marano. I due imputati sono stati difesi dagli avvocati Enzo Belvedere, Armando e Clara Veneto. I congiunti della vittima si erano invece costituiti parte civile assistiti dagli avvocati Ornella Nucci, Francesco Cribari, Marina Pasqua e Elena Coccia. Il sostituto procuratore generale, Carlo Modestino, aveva chiesto l’assoluzione di Franco Sansone per il delitto Lanzino e l’ergastolo per l’assassinio di Carbone. Sia lui che il padre sono stati ritenuti innocenti.

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