Condannato a 30 anni di carcere l’infermiere Paolo Di Profio. Il massimo della pena per il rito abbreviato. Era accusato di aver ucciso a sprangate la cognata, la dottoressa Annalisa Giordanelli. La sentenza è giunta ieri pomeriggio in Corte d’Assise a Cosenza dopo una camera di consiglio di circa due ore. Il dispositivo applica altresì la misura di sicurezza della libertà vigilata nei confronti dell’uomo, a conclusione della pena definitiva principale, per tre anni. Inoltre per quattro anni, una volta uscito dal carcere, Di Profio non potrà esercitare la podestà genitoriale. Sono stati anche i figli l’oggetto del dramma familiare. L’infermiere non si rassegnava né alla separazione dalla moglie, né tantomeno al fatto che i suoi ragazzi fossero spesso a casa della cognata. Alla Giordanelli imputava anche la fine del suo matrimonio. Ha “pagato” per tutti un innocente. Un medico stimato e conosciuto a Cetraro.
La sentenza stabilisce anche i risarcimenti delle parti civili: 20mila euro per il comune di Cetraro, 50mila euro ciascuno per il marito e il figlio della dottoressa, 40mila euro ciascuna alle sorelle di Annalisa Giordanelli e alla madre.
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