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E' ormai guerra alle gang dei temuti narcotrafficanti albanesi

E' ormai guerra alle gang dei temuti narcotrafficanti albanesi

Cassano

Una parte della ‘ndrine del “Locale” di Sibari continua a parlare arbëreshe. Droga e estorsioni sono i nuovi orizzonti dei tour operator criminali che operano sull’asse calabro-albanese. Clan schipetari che già in passato gestivano anche il meretricio e il traffico di armi e sigarette su mandato della ‘ndrangheta. L’autostrada A2 e la 106 Jonica continuano a raccontare nuove storie di corrieri fermati mentre portano fiumi di droga tra le pendici del Pollino e la Piana di Sibari. Le rotte continuano ad essere sempre quelle descritte alla fine degli anni Novanta dall’inchiesta “Anje” condotta dall’allora pm Eugenio Facciolla: i corrieri salpano dal porto di Durazzo per sbarcare a Molfetta, Bari e Brindisi. Una corrispondenza quasi perfetta con i percorsi descritti dai viaggi della speranza fatti dai “boat people” pieni di immigrati schipetari negli anni Novanta quando l'Italia scoprì di essere una terra promessa per migliaia di albanesi.

Ma se da Molfetta gli stupefacenti ripartono verso il Centro e il Nord Italia, da Bari e da Brindisi gli itinerari del narcotraffico conducono alla Salerno-Reggio Calabria o alla Statale Jonica con capolinea l’area Pollino-Sibaritide. Dagli anni Novanta ai nostri giorni il passo è svelto e breve. Gli ultimi arresti raccontano che cambiano gli interpreti ma il copione rimane sempre quello.

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