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Bimba grave all’Annunziata, i genitori rifiutano le cure

 

Bimba grave all’Annunziata, i genitori rifiutano le cure 

Bisognerebbe trovare le parole, scavare in lungo e in largo – non tanto nel vocabolario ma – nei testi sacri (nella Bibbia o nel Corano, chissà) per scardinare l’etica d’una religione che filtra coi canoni, coi precetti, non sempre condivisibili (al netto della libertà d’ognuno) il bene e il male, ciò ch’è è possibile da quel ch’è proibito. Bisognerebbe trovare le parole per raccontare la storia, reale, concreta d’una bambina, ricoverata nell’Annunziata, il cui destino è legato non tanto alla mancanza d’una cura, adatta alla sua patologia, ma all’opposizione dei famigliari alle terapie ritenute non consone, non rispondenti ai precetti del loro credo, della loro fede. I medici hanno tentato ogni soluzione ma poi, davanti a quel muro di precetti imposti, chissà quando e in che era geologica da un dio distante dall’umanità (e fors’anche dal progresso della scienza medica), sono stati costretti alzare le mani al cielo. Adesso saranno le agenzie previste dalla burocrazia a decidere, a introdursi, nel nucleo famigliare. 

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