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Dieci vittime, due eroi e... Chiara

Dieci vittime, due eroi e... Chiara

Scomparsi a loro insaputa. È una storia a lieto fine quella che s'è chiusa poco prima delle 12 di ieri mattina. Il bilancio dei dispersi s'azzera nel momento in cui i soccorritori trovano Adriana, Giuseppe ed Enrico e anche quello delle vittime è ormai certo: alla fine se ne contano 10. I tre giovani ritrovati, tutti pugliesi, erano dalla parte opposta al fiume Raganello, vale a dire nella zona di Colle Impiso (colle dell'impiccato), in agro di Viaggianello (in provincia di Potenza). Erano in campeggio per trascorrere qualche giorno di relax, più o meno nei pressi del Rifugio De Gasperi, lontano dai ritmi della città. L'assenza di comunicazione, ma anche e soprattutto l'emergenza scoppiata a Civita, diversi chilometri più a valle, ha fatto scattare la preoccupazione di amici e parenti. Gli stessi che hanno avviato, sui social e sul numero verde messo in campo dalla Prefettura, un vero e proprio tam-.tam mediatico. Ed è proprio per questi tre ignari scomparsi che la macchina dei soccorritori (con una settantina di esperti del soccorso alpino e speleologico di Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Umbria, coordinati da Umile Guido) non ha mollato la presa, giorno e notte, quasi senza un attimo di tregua per la Protezione Civile guidata da Carlo Tansi. Perché gli uomini del Soccorso Alpino e gli specialisti dei Vigili del fuoco si sono mossi su e giù per il Raganello. Circa 70 gli uomini impegnati in un'azione frenetica, quasi instancabile nell'acqua gelida e tra le pietre affilate del Raganello. Alle verifiche sul campo, effettuate attraverso l'impiego di elicotteri, s'è unita anche un altra attività, quella investigativa: il maresciallo Giorgio Papaianni, che da anni si muove in tutta la zona protetta del Parco, tramite la Polizia di Stato aggancia uno dei cellulari dei tre. Le verifiche mostrano spostamenti significativi. In particolare si registra un minimo di attività telefonica. Il segnale è importante...vitale. Una vettura dell'Arma trova subito la loro auto. Loro sono nelle vicinanze, sani e salvi, ma ignari però di quanto accaduto a Civita. Sul loro volto i militari hanno scorto la “sorpresa”, ignari di un clamore mediato generato nei loro confronti per “l'assenza di segnale” telefonico, anche dell'energia necessaria per ricaricare i loro cellulari. «I controlli – ha spiegato il ministro Costa – continueranno attraverso l'attività delle Forze dell'ordine. Allo stato, oltre ad aver salvato 23 persone, sembrerebbe che non ci sono più dispersi e, anche se è doveroso il condizionale, si sta controllando tutta l'asta torrentizia per mettere in sicurezza l'intera area». Nel primo pomeriggio è stato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a tracciare il bilancio della tragedia che si è consumata nel pomeriggio di lunedì a Civita: «Abbiamo complessivamente 44 persone coinvolte. Ventitré sono state salvate per opera dei Vigili del fuoco in particolare (e devo ringraziarli fino in fondo), senza riportare ferite significative. Undici sono feriti e quindi ricoverati, e ahimè 10 ci hanno lasciato. I 3 che temevamo dispersi sono stati trovati in altro luogo - ha aggiunto il ministro - e quindi abbiamo sciolto anche questo dubbio». Intanto oggi nel centro alle pendici dei massicci del Pollino arriverà il capo della protezione civile nazionale, Angelo Borrelli. Il numero uno della Prociv accompagnato dal presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e dal capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi, partirà da Cosenza in elicottero verso le 8.30 e farà un sopralluogo aereo. Poi dovrebbe fermarsi a Civita e quindi ripartire per Roma. Borrelli, Oliverio e Tansi, dopo il sopralluogo aereo, si fermeranno a Civita. In paese incontreranno i soccorritori e gli amministratori locali con cui faranno il punto sulla situazione. La vicenda del Raganello ha scosso l’Italia intera, del sentimento unanime si è fatto interprete il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha detto di provare «grande tristezza per questa tragedia», mettendo in evidenza la «consueta abnegazione» degli uomini del soccorso. Anche il premier Giuseppe Conte ha manifestato «apprensione e preoccupazione».

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