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Cosenza, segnali positivi ma il turnover non paga

Dal pari di La Spezia un buon punto e qualche interrogativo. Dualismi da risolvere e Canotto da “rigenerare”

Un punto nelle ultime due trasferte: il Cosenza ha rallentato in Liguria. Due sfide che fin dalla vigilia mostravano asperità particolari per la condizione drammatica degli avversari, con motivazioni extra per non “concedersi” alla squadra di Caserta. Rispetto alla partita del “Ferraris”, al “Picco” si sono rivisti segnali positivi in vista delle prossime gare interne contro Feralpisalò e Reggiana. Queste due, al “Marulla”, partite da non sbagliare. A La Spezia, i silani hanno giocato bene per venti minuti, affrontando gli avversari con un atteggiamento sfrontato, come spesso in questo primo quarto di stagione. Ma poi hanno perso fiducia, anche per qualche incertezza nel primo terzo di campo. Caserta ha sorpreso un po’ tutti al calcio di inizio. Cinque uomini differenti rispetto alla gara con la Sampdoria. Il turnover però non ha pagato. Una delle note più positive è stata il rientro di Pietro Martino. Il laterale destro modenese ha giocato i 90’ e torna ad essere una soluzione in più. Anzi, alla prossima potrebbe essere utile sulla sinistra. Lì infatti, contro la Feralpi il tecnico dovrà rinunciare a D’Orazio. L’abruzzese è stato oggetto dell’esclusione probabilmente più sorprendente perché continua ad essere uno degli uomini meno sostituibili. La Vardera dovrebbe tornare in gruppo in questa settimana, mentre Fontanarosa continua a non convincere in una posizione per lui poco naturale. Il giovane di proprietà dell’Inter, ripresentato come terzino, ha sofferto ed è rimasto negli spogliatoi all’intervallo. In vista di sabato, dunque, è questo il primo interrogativo per Caserta: insistere sul 2004 campano o schierare Martino a sinistra con Rispoli a destra (Cimino non è stato convocato)? Intanto il ds Gemmi prende appunti: se La Vardera non dovesse dare garanzie da un punto di vista fisico, a gennaio sarà fondamentale aggiungere un uomo in questo settore.
Non è andata a buon fine neppure la prima titolarità di Mattia Viviani. Il centrocampista in estate non ha lavorato al top, ora è imbottigliato e quando è chiamato in causa non riesce a pareggiare l’intensità fisica dei compagni. La zona centrale, invece, ha confermato la crescita di Praszelik, molto più coinvolto dal gioco rispetto alla sua precedente versione in riva al Crati. Il tecnico, poi, deve ancora riuscire a recuperare il miglior Luigi Canotto. L’esterno rossanese è uscito contrariato dopo una prestazione anonima. I tifosi lo hanno accolto con entusiasmo ma, a parte la gemma incastonata al “Barbera”, finora non ha convinto. Anche contro gli aquilotti non ha inciso nel settore offensivo, lavorando invece poco in transizione negativa.

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