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Cosenza, il lupo Tutino crede nel miracolo playoff: “Intanto battiamo Spezia e Como, zero sconti” VIDEO

«Il campionato non è ancora finito. Non regaleremo nulla a nessuno. A me nessuno ha mai regalato qualcosa. Vogliamo prendere qualcosa da questi ultimi 180’». Chiaro il messaggio di Gennaro Tutino, leader riconosciuto del Cosenza, a caccia di record personali ma anche di traguardi ambiziosi per la squadra rossoblù, già salva dopo il blitz di Ascoli. Sono avvisate Spezia e Como. Il bomber dei silani ieri mattina è stato ospite di Gazzetta del Sud, per una chiacchierata a cuore aperto. I tifosi hanno chiesto alla Società di tenere Tutino. Il presidente Eugenio Guarascio ha l’opportunità di rientrare definitivamente nel cuore della gente riscattando questo giocatore diventato un simbolo a una cifra che si aggira sui due milioni di euro. Vorrebbe dire che il Cosenza nella prossima stagione se da qui a due settimane dovesse arrivare solo la salvezza punterebbe decisamente ai piani alti facendo leva appunto su un trascinatore come lo scugnizzo napoletano. Lui è tranquillo, a Cosenza si trova bene. Ed è anche ottimista sul suo futuro in riva al Crati. Con il Parma è tutto chiaro. Il Cosenza sa cosa deve fare. Gli appelli dei tifosi al Club di via degli Stadi da questo punto di vista aumentano con il passare delle ore. L’ultimo in ordine di tempo quello di un disabile, Pasquale Fusaro, sempre presente al “Marulla”. «Dopo la salvezza ora il sogno», scrive in una breve nota, «domenica tutti allo stadio per omaggiare i nostri beniamini e dare una prima spinta verso i playoff. Speriamo che la gente accorra in massa. È il minimo che dobbiamo ai Lupi dopo avere mantenuto ancora una volta la serie B. Poi vedremo a Como cosa accadrà. Ma il presidente Guarascio deve riscattare Tutino per poi iniziare a programmare la prossima stagione». Il popolo rossoblù a tutte le latitudini è disposto a tutto pur di non perdere questo giocatore. Anche a mettere mano al portafogli, se necessario, avviando una raccolta fondi e aiutare la Società.
Gennaro Tutino sente che la febbre del tifo è alle stelle. Sente che l’affetto nei suoi confronti è massimo. Ma prova a rimanere concentrato perché c’è ancora da fare.
Non è scaramantico anche se segue la Smorfia napoletana, per cui quel 17, che è il numero dei gol fatti finora, non lo preoccupa affatto. Il n. 9 di Viali punta dritto ad eguagliare, almeno, il record (19) di Marco Negri e a portare più avanti possibile il Cosenza.
«Abbiamo due partite importantissime - afferma Tutino - vogliamo migliorare il record di punti del Cosenza targato Guarascio, c’ero io all’epoca, inoltre la matematica ci dà ancora la possibilità di agganciare i playoff. Voglio segnare qualche altro gol. La squadra intende anche mantenere inviolata la porta, la difesa è tra le migliori. Ecco ci sono tanti buoni motivi per fare bene. Il nostro campionato non è finito ad Ascoli. Vogliamo vincere con lo Spezia per brindare alla salvezza che non era affatto scontata. In passato sono retrocesse squadre con un certo blasone e budget importanti. Lo stesso può accadere quest’anno. Dopo di che tutti a Como per cercare il colpaccio. Il Cosenza ha centrato un primo grande obiettivo. La serie B è il minimo a cui possano ambire la città e la Società. Ecco perché vorremmo fare nostri questi ultimi sei punti. Mi piacerebbe vedere con lo Spezia un “Marulla” bello pieno. Lo meritiamo. Siamo riusciti a tirarci fuori da una situazione difficile, abbiamo dimostrato attaccamento alla maglia, giocando bene a calcio. Meritiamo un ulteriore riconoscimento dal nostro pubblico che per la verità ci è sempre stato vicino sia in casa che in trasferta. Ma vorrei un’ultima spinta decisiva». Tutino ringrazia i gruppi di cosentini che vivono al Nord e Centro Italia, sempre presenti nelle gare dei silano. «So che la nostra presenza li ricongiunge alla terra natale e che i nostri successi sono motivo d’orgoglio - continua l’attaccante - ma anche quando le cose vanno male non ci abbandonano. Poi quando fai gol in certi stadi l’esultanza è più intensa, il pubblico è attaccato alla porta, tocchi con mano il loro calore».
- Pensi di più ai gol da fare o alla dea bendata che quest’anno più volte ti ha voltato le spalle (pali e traverse a volontà)?
«Penso a quello che posso fare ancora. Ma è chiaro che un pizzico di rammarico c’è riflettendo anche sui possibili errori commessi in quelle circostanze e migliorare».
- La rete più bella?
«Quattro delle ultime cinque sono tutte da apprezzare. Forse quello con la Feralpi Salò è da incorniciare. Perdevamo, era un momento particolare, venivamo da due sconfitte consecutive. Il classico gol che toglie le castagne dal fuoco. E comunque se ho fatto bene lo devo anche a tutti i miei compagni».
- Siete stati a lungo aggrappati alla zona playoff tenendo un margine di sicurezza dalla zona salvezza. Ma non avete mai spiccato il volo. Anzi... Tanto che ad un certo punto la Società è stata costretta a esonerare Caserta e richiamare Viali, Cos’è successo ad un certo punto della stagione?
«Al Cosenza quest’anno si può dire tutto, tranne che non abbia provato a giocarsi la partita. L’atteggiamento è stato sempre lo stesso. Tranne 3 o 4 partite, su 36, ci può stare. Gli altri anni non è stato così, con tutto il rispetto per chi ci ha preceduto. Non abbiamo scrupoli di coscienza. C’è grande rammarico. Ma non è finita. Daremo filo da torcere ai nostri avversari al 101 per cento. Dopo il cambio di allenatore abbiamo avuto qualche difficoltà, poi mister Viali ha saputo invertire rotta. È preparato sul piano tecnico-tattico, è bravi nei rapporti umani, ci abbiamo messo il nostro. Ed eccoci qua».
- Tutino erede di Marulla. Ne parli con il figlio Kevin, vostro team manager?
«No, no. Gigi è Gigi. Un’icona, irraggiungibile. Io sono Gennaro Tutino e cerco di fare il massimo per lasciare un buon ricordo. Per ora - sottolinea sorridendo - vorrei dare fastidio a Marco Negri e toccare quota 19».
- Il segreto del tuo successo a Cosenza?
«Quando la gente ti vuole bene e ti stima forse è più facile esprimere le proprie qualità. Io qua sto bene e riesco a ottenere il massimo». A buon intenditor...
- Sei in diffida. Occhio...
«Starò attento, domenica. A Como potremmo giocarci qualcosa di serio. E voglio esserci».
- Credi nei miracoli di San Gennaro? Nei miracoli in genere?
«Ci credo, ci credo. Ma credo soprattutto in quello che faccio e quindi faremo il massimo in campo. Poi tireremo le somme».

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