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Tutino-Cosenza, ecco i tre scenari da Divina Commedia: a Guarascio la prima mossa, entro un mese. Intanto Spalletti...

Cosenza, anno del Signore 2024. In città la vita scorre normalmente e, come ogni lunedì, nei punti nevralgici il traffico si congestiona. Qualcuno “sclacsona”, altri imprecano. La temperatura si alza, dopo giorni incerti, e le scelte d'abbigliamento sono conseguenti. Qualcuno più sfacciato e temerario sfoggia anche una t-shirt giromanica che profuma d'estate. E poi, all'angolo della strada, c'è l'uomo della frutta e della verdura che appoggia le cassette di ortaggi di stagione con maniacale precisione, mentre invita i primi passanti a prendere la merce migliore: «Fresca fresca, signo'. Con questo caldo...». Non sfugge un particolare - ché poi tanto particolare non è - e riguarda la maglia indossata dal commerciante: la divisa bianca del Cosenza; si volta per completare il preciso mosaico di legno, frutta e verdura, e lascia scorgere un numero - il 9 - e un nome - quello di Tutino. Eccola l'aria che si respira nella città dei bruzi oggi: calda quanto basta (non ancora afosa), con un pensiero fisso. Perché Cosenza ha affidato il mandato di sindaco senza portafoglio al suo più grande artista di questa epoca. Un po' come accade con Gigi Marulla. Perché quando si trova davanti chi sa toccare le corde giuste, la terra di Telesio non bada troppo a cosa reciti la carta d'identità alla voce Nato a: nel nome di Eupalla rossoblù, l'ospedale Annunziata vale quanto un presidio ospedaliero di Napoli o di Stilo.

Cosenza, fosse per lei, avrebbe già scelto: la fascia tricolore ancora attorno al busto in carne e ossa di Gennaro Tutino.

Un mese (o poco più) per scegliere: Paradiso, Purgatorio, Inferno

E allora svisceriamo con dovizia di particolare le strade che conducono al sogno, all'incubo o... a una via di mezzo. Perché gli scenari che si presentano davanti alla Società Cosenza Calcio sono tre e corrispondono un po' al triplice itinerario dantesco. Magari immaginando - un po' di fantasia, suvvia... - Guarascio nei panni del sommo poeta, con Gemmi (il ds è in attesa del rinnovo, ma salvo clamorosi intoppi dovrebbe restare) nel ruolo di Virgilio, saggia guida che ha il compito di condurre il presidente tra i meandri del mercato. Gli scenari, proprio come nella Divina Commedia, sono tre: Paradiso, Purgatorio, Inferno.

Riscatto di Tutino con contratto pluriennale

L'orizzonte paradisiaco, che il popolo rossoblù si augura di toccare con mano è un solo: il riscatto di Tutino. E qui la palla è in mano al presidente. Entro la seconda decade di giugno (tra poco più di un mese) dovrà sciogliere le riserve e far valere quella che tecnicamente si chiama opzione di riscatto: in tal caso il Parma, squadra fresca di promozione in A che detiene il cartellino del numero 9 di Napoli, potrà solo prendere atto della volontà del Cosenza e lasciar andare via il suo giocatore incassando una cifra che aggira tra 2 e 2,5 milioni (più vicina ai 2,5 che ai 2, in realtà). In quel caso, poi, ci sarà da adeguare da un punto di vista temporale il contratto del giocatore, perché il Cosenza erediterebbe un anno di contratto (l'accordo tra Tutino e il Parma scadrà nel 2025) e bisognerebbe portarlo almeno a un triennale. Un'operazione costosissima, soprattutto per i parametri guarasciani. Ad ogni modo l'investimento più importante (oltre al costo del cartellino, ci sarebbe da considerare l'ingaggio del giocatore) dell'imprenditore di Parenti che in 13 anni da patron non si è mai spinto così in avanti. Allo stesso tempo, però, Guarascio sa che un colpaccio del genere lo riconcilierebbe con una piazza che non ha mai gradito in toto la sua parsimonia, facendoglielo presente a più riprese.

Riscatto da Tutino e cessione a un club di serie A

Tra il Paradiso e l'Inferno c'è la terra di mezzo. Quel Purgatorio che non rappresenta una sentenza, almeno nell'immediatezza, ma nel lungo periodo potrebbe spalancare scenari paradisiaci o infernali. Tradotto: il riscatto di Tutino e l'immediata cessione a un club di serie A. Questa scelta non stimolerebbe salti di gioia della tifoseria rossoblù, a meno che... Il punto è proprio questo: il valore attuale di Tutino, dopo i 20 centri in serie B, è più alto rispetto alla cifra del riscatto stabilita da Parma e Cosenza. E, allora, quanto vale Tutino? Di sicuro (almeno) quasi il doppio del valore dell'opzione. Soprattutto se attorno a lui dovesse scatenarsi un'asta. Ecco perché potrebbe regalare l'ennesima prodezza da urlo: una megaplusvalenza che alimenterebbe il mercato estivo, consentendo ai rossoblù di potersi presentare sul mercato con argomenti seri. Un sacrificio, in tutto e per tutto, in nome dell'obiettivo playoff, inevitabile dopo il nono posto della stagione appena conclusa.

Il Cosenza non riscatta Tutino e il Parma dà vita all'asta

Il terzo - nefasto - scenario è il mancato riscatto del giocatore. Se entro il 18-20 giugno, il Cosenza non eserciterà l'opzione, il Parma potrà piazzare l'attaccante sul mercato incassando sicuramente una cifra più alta rispetto a quella pattuita con il Cosenza. I ducali non aspettano altro e già si fregano le mani, perché sul giocatore non puntano per il prossimo campionato. Ma il popolo rossoblù prenderebbe malissimo questo esercizio di immobilismo e la stagione inizierebbe con il piede sbagliatissimo. Le temperature - a quel punto sì - diventerebbero roventi. Perché Cosenza non vuole altri busti in carne e ossa da cingere con la fascia tricolore della passione.

Capitolo Nazionale

La suggestione lanciata da molti nei giorni scorsi (Tutino preconvocato in vista degli Europei) è rimbalzata fino alle orecchie del ct Spalletti che, seppur dimostrando di aver apprezzato le gesta di un giocatore che ha conosciuto proprio a Napoli (prima di passare al Parma, si è allenato con la prima squadra partenopea), non sarebbe intenzionato ad abbandonare la cerchia di adepti scelta in questi mesi vissuti da ct della Nazionale. Al momento sembrerebbe una chiusura, ma qualche settimana prima di prendere una scelta definitiva c'è ancora. Magari l'allenatore azzurro avrà il tempo di passare in rassegna le prodezze del Gennaro rossoblù e cambiare idea. Perché i grandi artisti hanno anche questo potere...

 

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