La separazione da Roberto Gemmi (e del suo collaboratore Armando Perna) sancisce uno dei tanti reset operato da Eugenio Guarascio nei suoi 13 anni di presidenza. Questa volta il Cosenza avrà due uomini diversi al comando e su piani differenti. La scelta del presidente è ormai tracciata. Malgrado le continue smentite, Beppe Ursino sarà il nuovo dg. Di fianco a lui, con il ruolo di ds, si profila invece l’arrivo di Gennaro Delvecchio. L’ex centrocampista barlettano è il profilo giovane e individuato in sinergia con l’ex dirigente di lungo corso del Crotone per succedere a Gemmi.
I due ripartiranno da Cosenza. L’ex direttore sportivo pitagorico, club nel quale è rimasto per 27 anni, è fermo da giugno 2022. L’ultima esperienza di Gennaro Delvecchio è quella al fianco di Sogliano al Verona. Un incarico lasciato un anno fa. In precedenza, il barlettano ha guidato il settore giovanile del Bari.
Il massimo dirigente silano sta vivendo ore frenetiche perché davanti a sé nel giro di pochi giorni si è stagliata la necessità di dotare il Cosenza di un nuovo apparato dirigenziale, cosa che lui stesso aveva ritenuto indispensabile a giudicare dall’atteggiamento avuto nei confronti del ds campano, ma soprattutto rimane l’esigenza di sciogliere il nodo Tutino.
Quando – molto raramente – il numero uno di via degli Stadi ha parlato in questi mesi ha aperto alla possibilità del riscatto dell’attaccante napoletano. Frasi comunque sempre interpretabili ed aperte: «Tutino sta bene a Cosenza» oppure «Stiamo lavorando al suo riscatto». Mai una vera e propria dichiarazione d’intenti. Perché di queste il numero uno di via degli Stadi non è abituato a farne. La sua norma comunicativa lascia sempre aperta una via di fuga. Un po’ come quando interpellato su Roberto Gemmi, nel giorno della consegna del sigillo della città all’attaccante, ha detto di «avere le idee chiare». In realtà, a giudicare dai fatti e dai mancati contatti con il campano per risolvere la vicenda sotto la linea della continuità, erano presagio dell’esatto opposto.
Eppure, un mese fa, si era riformato un po’ d’entusiasmo al termine di un campionato chiuso in crescendo. Ora, 30 giorni più tardi, con poche mosse e il ritorno ad un clima di forte incertezza è riuscito a perdere nuovamente terreno e consenso. Mantiene però ancora alcune carte in mano e in pochi giorni ha ancora la possibilità di sparigliare e capovolgere la situazione oppure generare nuovi dubbi intorno a sé.
Potrebbe sembrare un dettaglio da poco ma non lo è affatto. Perché il futuro del Cosenza si giocherà anche in queste prossime mosse: la scelta del ds e il riscatto di Tutino. L’epilogo delle due vicende sortirà degli effetti sull’umore della tifoseria, che attraverso di esse comprenderà se il presidente rossoblù ha l’intenzione di rilanciare oppure tornare a stagnare in una connotazione indefinita e prossima alla sopravvivenza stentata. La prima questione è vicina alla fumata bianca ma sarà comunque oggetto di riflessioni da parte della tifoseria.
Negli anni scorsi il clima di sfiducia intorno a Guarascio ha reso molto complicato il cammino del Cosenza. Il rischio palpabile in queste ore è che si torni a vivere quelle stesse situazioni.
Le risposte dei prossimi giorni, in fondo, sono attese in trepidante attesa anche da William Viali e dai suoi ragazzi, rimasti orfani di una figura per i più importante (sia il tecnico sia vari elementi della rosa sono stati voluti in rossoblù da Gemmi) e che, con ogni probabilità, dovranno rinunciare al leader e trascinatore in campo degli scorsi mesi. Perché Tutino – più scaltro e diretto del presidente – ha già fatto percepire la sua voglia di serie A, avallato in questo dalla società di via degli Stadi. I rossoblù conservano però gli strumenti quantomeno per garantirsi un utile dalla sua cessione. A patto di mettere per prima cosa quanto pattuito con il Parma per procedere al suo acquisto, poco meno di 2.5 milioni di euro.
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