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A Bari ci si sente a casa a suon di... focacce. La generosa offerta dei tifosi biancorossi ai supporter del Cosenza

La rivalità calcistica passa in secondo piano e lascia spazio all'accoglienza. Curiosa la storia raccontata sulla pagina Facebook del Cosenza Club rossoblù "Ciccio Magnelli" di Rovito che ha testimoniato ciò che è capitato a pochi giorni della trasferta a uno dei componenti del gruppo.

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“Ehi, ciao, come stai, tutto bene? Sono Mimmo da Bari, è da un po’ che non ci sentiamo”. Inizia così una lunga telefonata di un caro amico barese. “Volevo dirti che per la partita di sabato prossimo stiamo organizzando un gruppo di tifosi che si chiamerà A BARI NESSUNO È STRANIERO; l’iniziativa, ideata da Daniele, è quella di offrire la focaccia barese ai tifosi ospiti che arrivano al “San Nicola” in segno di amicizia, perché il calcio dobbiamo vederlo da un altro punto di vista: dobbiamo fare in modo che la trasferta non rimanga fine a sé stessa, bensì un incontro amichevole di persone per poter in futuro visitare insieme i luoghi ed ammirare le bellezze dove gioca la squadra del cuore. Al ritorno, a Cosenza, siamo sicuri ci offrirete le vostre specialità del luogo”. Non potevamo far finta di niente, noi, un piccolo gruppo di tifosi dell’hinterland cosentino, di una piccola comunità della presila, di fronte a questa bellissima iniziativa. Noi non siamo nessuno, siamo una piccola goccia d’acqua presente al “Marulla” ogni volta che il Cosenza gioca in casa e spesso in giro per l’Italia con il nostro pullman ricco di allegria e… prodotti tipici.
Raccogliamo l’invito di Daniele e del suo gruppo di amici, con il suo motto “A BARI NESSUNO È STRANIERO”, consapevoli delle difficoltà a ritrovarci e gustare la focaccia, per via delle restrizioni delle Forze dell’Ordine. Noi saremo a Bari, e faremo di tutto per abbracciarci prima e dopo la partita, consapevoli che per 90 minuti saremo “rivali”; rivali negli sfottò, negli striscioni ironici di carta che a fine partita il vento li porta via! Che sia chiaro a tutti: questo non vuole essere un gemellaggio, bensì un modo, in futuro, di avere la possibilità di vedere le bellezze del territorio, gustare i prodotti tipici e vedere la partita, con una sciarpa al collo, in tutta tranquillità.

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