
Rincorrere le avversarie, rovesciare la classifica e compiere un’impresa che fin qui in epoca recente non si è mai verificata. In serie B negli anni meno lontani non è mai successo che chi ha occupato l’ultimo posto alla fine della trentesima giornata è poi riuscito ad ottenere la salvezza. Ciò non si è verificato neanche quando il campionato era a 22 squadre e di giornate ancora da disputare ne rimanevano dodici.
Al ritorno in campo, nei 40 giorni previsti dal rush finale, il Cosenza proverà ad opporsi ad un destino al quale non sono riuscite a fuggire prima le altre pericolanti. Per farlo, lungo il calendario, può contare sull’appoggio degli scontri diretti contro Frosinone, Brescia, Salernitana e Sudtirol.
I silani riprenderanno la corsa con la voce più bassa di vittorie conquistate fino a questo momento (6), insieme a Sampdoria, Brescia e Mantova; il quarto maggior numero di sconfitte (13), in compagnia della Carrarese, e alle spalle di Cittadella (15), Sudtirol e Salernitana (14). Inoltre, ricominceranno con il secondo peggior attacco (25 gol segnati), superato in negativo soltanto dal Cittadella (23) e la quartultima difesa (41 reti incassate insieme a Frosinone e Sampdoria), peggiorata soltanto da Sudtirol (47), Mantova (46) e Cittadella (46).
Alla voce “bomber” i silani presentano Fumagalli e Ricciardi, entrambi a quattro. Solo i migliori marcatori di Frosinone (Ambrosino, Kvernadze e Partipilo) hanno uno score più basso (3). La Salernitana (Soriano con 4) viaggia allo stesso ritmo.
Il Pisa, prossimo impegnativo avversario dei Lupi, ha segnato con Tramoni tre volte in più rispetto alla somma totale di quanto prodotto da Fumagalli e Ricciardi. Sono numeri da retrocessione da qualsiasi punto li si voglia provare a guardare ma prima di gettare la tovaglia sul ring e dichiararsi sconfitti, il Cosenza deve provare ad inseguire quell’ultima speranza, un mix di fede, speranza e provvidenza. In caso contrario non toccherà che rassegnarsi alla mesta retrocessione in serie C.
Per tornare tra i cadetti, nel 2018, sono serviti 15 lunghi anni – diversi dei quali trascorsi nell’anonimato della serie D – e un cammino playoff difficilmente ripetibile eppure una fetta molto larga di sostenitori bruzi non è preoccupata dalla categoria che sarà quanto piuttosto continua a chiedere ad Eugenio Guarascio di vendere in fretta la società chiudendo la sua esperienza al timone del club.
Il patron, dopo l’uscita pubblica mediante una nota del sindaco Franz Caruso in seguito al derby, ha spiegato che le trattative «sono progredite». Il futuro prossimo del Cosenza è tutto da scrivere.
Si preannunciano mesi intensi e di passione. Intanto, il pallone riprenderà a rotolare soltanto fra nove giorni ma l’attenzione dell’ambiente continua a rimanere catturata da ciò che avviene al di fuori dal rettangolo di gioco.
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