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Cosenza, la retrocessione non è il peggiore dei mali. E adesso? I possibili scenari

E adesso cosa accadrà? Se lo chiedono i tifosi del Cosenza. In particolar modo quelli che, pur sapendo che la condanna alla retrocessione fosse prossima, hanno popolato gli spalti del settore ospiti di Bolzano non facendo mancare il supporto ai rossoblù con tanto di cori e sciarpe alzate al cielo nel match contro il Sudtirol. Con l'orgoglio di chi ama, a prescindere dalla categoria. Ma allo stesso tempo con lo squarcio nel cuore tipico di chi si sente ignorato e impotente: perché è da anni che il popolo rossoblù chiede al patron Guarascio un passo indietro. La retrocessione è figlia di errori del passato. Il Cosenza avrebbe potuto cavalcare l'onda lunga della promozione in B, al termine di una clamorosa rimonta culminata con la vittoria playoff, e invece ha vissuto sette anni di calvario, salvandosi con colpi di teatro, riammissioni, vittorie ai playout. Ma il destino stavolta ha presentato il conto.

Paradossalmente però, stavolta, la retrocessione - già ampiamente metabolizzata da mesi - potrebbe non essere il problema più pesante per chi ha a cuore il rosso e il blu. Persa la categoria, Guarascio si ostinerà a restare in sella a dispetto di Dio e dei Santi? A quanto ammontano realmente i debiti del Cosenza? L'iscrizione al prossimo campionato di C è a rischio o c'è da temere il parere della Covisoc? Eccolo i tormenti dei tifosi bruzi. Di sicuro, per i potenziali acquirenti del Cosenza (fondo arabo legato a imprenditori del posto ma anche il gruppo Citrigno, con l'intermediazione del sindaco Caruso), il momento potrebbe essere ghiotto, perché la retrocessione inevitabilmente ridimensionerà le pretese del patron. Che di sicuro dovrà uscire allo scoperto prestissimo. Difficile individuare la convenienza di restare in sella alla una società piena di problemi e con una retrocessione sul groppone (la seconda, perché la prima venne "sanata" dalla riammissione), in una piazza che gli ha fatto capire a chiare lettere di non volerlo più. Solo, abbandonato, osteggiato e retrocesso: la logica imporrebbe un passo indietro immediato. Già, ma cosa c'è stato di logico, in questi anni, nella gestione del Cosenza?

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