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Il Cosenza rimane “prigioniero” dei contratti con Alvini e Delvecchio

Società da un lato, tecnico e ds dall’altro gradirebbero cambiare ma nulla si muove Attese le prime mosse del patron Guarascio poiché la squadra è ancora da costruire

La stagione dopo la retrocessione non è ancora cominciata ma gli indizi non entusiasmano i tifosi del Cosenza. Sembra regnare il caos.
Soltanto un cambio di proprietà potrebbe dare nuova linfa all’ambiente. Ma restano grosse incertezze che la situazione possa sbloccarsi. Dall’annuncio di una trattativa vicina ad essere definita è trascorso oltre un mese: segnale evidente che le negoziazioni sono state quantomeno rallentate o procedano avvolte da difficoltà.
Intanto, il tempo scorre e alcune decisioni andrebbero comunque fatte. Restare immobili equivale a un atto di irresponsabilità. Perché se è vero che, sulla carta, i rossoblù hanno sia un ds che un allenatore, è altrettanto certo che tutti vorrebbero ripartire con un altro progetto dopo la peggiore stagione della storia bruzia in Serie B.
Risolvere i contratti di Delvecchio e Alvini ha un costo e ciò non è ovviamente una buona notizia per un club che ha manifestato più di qualche disagio economico. La lunga fase di stallo, pertanto, potrebbe essere la mossa studiata da Eugenio Guarascio per abbassare le pretese dei due in sede di trattative per la risoluzione dei rispettivi contratti, nel caso in cui per il direttore sportivo e allenatore dovessero affiorare proposte importanti.
Le probabilità che i due restino ai propri posti con l’attuale proprietà o una nuova rimangono poche. Sarebbe una scelta di difficile esplicazione (non che a Guarascio sia mai importato qualcosa di chiarire le due decisioni impopolari) con una piazza che rumoreggia già e a metà della prossima settimana si affaccerà in centro città per esprimere ancora una volta il suo malumore.
Poi c’è una rosa da comporre. E anche qui si profila un fuggi fuggi generale perché chi ha vissuto gli ultimi anni in riva al Crati è pienamente consapevole di quanto sia difficile giocare in un ambiente ostile. Dopo la retrocessione nel torneo concluso un anno fa, con una squadra che difficilmente sarà costruita per puntare al vertice, nessuno o quasi degli elementi sotto contratto oltre il 30 giugno vorrebbe continuare a legare il suo nome a quello del Cosenza.

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