La porta sugli inferi si spalanca all’incrocio con via Lupinacci. È lì che comincia un folle viaggio su gomma che dura più o meno tre quarti d’ora. Quarantacinque minuti per percorrere i seicento metri d’asfalto più lunghi d’Italia. La febbre negli occhi di automobilisti e pedoni sale velocemente ogni giorno dentro quella camera a gas di viale Mancini.
Una strada ridotta ad ingorgo che si trasforma in imbuto alla confluenza con via Popilia e via Cesare Baccelli. In quella specie di prigione, tra fumi tossici, finiscono intrappolati auto, bus e furgoni. Un delirio che si vive da tre settimane, da quando, cioè, metà del viale è stato chiuso nel recinto di un cantiere (per adesso solo immaginato sulla carta) mentre l’altra metà fatica a digerire tutti i veicoli che l’attraversano ad ogni ora del giorno. La vita dei singoli improvvisamente non ha avuto più senso davanti alle esigenze di una Cosenza sostenibile.
L’eco-obiettivo del sindaco si è trasformato in un incubo per residenti e, soprattutto, per chi è costretto a raggiungere la città dalla provincia. Conquistare il centro è una sfida avvincente dall’esito non del tutto scontato.
Un approfondimento sulla Gazzetta del Sud oggi in edicola.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia