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Truffe virtuali nel cosentino: migliaia le denunce

Truffe online

Sono tensioni calibrate quelle che si impastano nella trama unica che segna la rotta cieca del grande imbroglio nella rete. Uno sfondo torbido che fiorisce in mezzo ai raggiri che cominciano tutti sempre allo stesso modo: con un messaggio spam in posta elettronica. Cliccando sulla mail si aziona il meccanismo virtuale che spalanca il varco tra i guai. Iniziano tutte così le storie condensate in migliaia di denunce che piovono da tutta la provincia. Basterebbe sfogliare i brogliacci negli uffici delle forze dell’ordine per calcolare la cifra dell’impegno e della tenacia dei truffatori. Tanti i grumi di un medesimo intrigo all’attenzione, in particolare, dei detective telematici della polizia delle comunicazioni.

Il campionario

Nelle pieghe di quegli esposti si mescolano personaggi misteriosi e fatti che disorientano. Con richieste di denaro per aiutare persone conosciute che si trovano stranamente all’estero e in difficoltà economiche o attraverso ricatti diretti per fermare la pubblicazione di foto e di video “scottanti”. Senza contare le promesse di lavoro inesistente, i furti d’identità e i conti correnti ripuliti. Un campionario di fatti e misfatti che segue la linea carsica d’un fenomeno rischiosissimo (naturalmente, per chi lo subisce) che si chiama phishing. Sono vicende in apparenza diverse che entrano nei vasi comunicanti del web diventando affluenti di uno scenario monotematico.

Il caso più recente

L’ultima evoluzione è costituita da una mail che veicola richieste generiche d’aiuto. L’oggetto è: «Molto urgente!». E questo è il testo che puzza di imbroglio: «Salve, spero di non disturbarti. Ho un grande problema e ho bisogno del tuo aiuto. Posso contare su di te?». Segue la firma. L’indirizzo del mittente sembra quello giusto. È una impercettibile aggiunta al dominio a marcare chiaramente la differenza. In questi giorni ne vengono recapitate a migliaia, nella speranza che qualcuno abbocchi e risponda alla mail per agganciare pc o smartphone al carro dei gabbati. Sotto attacco informatico stanno finendo le utenze di professionisti, docenti, studenti, pensionati, ma anche aziende. Crimini che, col tempo, stanno assumendo i connotati di attività strutturate che vengono gestite da veri e propri sodalizi delinquenziali specializzati nei raggiri.

La mail-ricatto

Un’altra insidia è sbucata dalle maglie della rete in estate e viene veicolata anche questa con una mail. Un messaggio nuovo che presenta l’indirizzo del destinatario esattamente uguale a quello del mittente. È come se la stessa persona inviasse e ricevesse il messaggio di posta elettronica. In realtà si tratta di una variante al phishing, una truffa on-line aggravata da un tentativo di estorsione, un sex-extortion. Uno sporco ricatto che miete numerose vittime. Casalinghe, impiegati, medici, avvocati, politici: sono in tanti ad essersi ritrovati quella mail nella casella di posta elettronica privata. E molti, spaventati dalle ripercussioni di piccoli e grandi scandali legati alla pubblicazione del materiale archiviato su cellulari o computer, avrebbero pagato. Già perché il testo-avvertimento contenuto nella mail mette ansia: «Come avrai potuto verificare, ti abbiamo hackerato l’account.

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