La Corte d'Assise di Cosenza ha condannato alla pena di 18 anni e 10 mesi Alessandro Manzi, il giovane di 27 anni di Rossano, accusato di omicidio volontario, che la sera del 17 novembre dello scorso anno aveva ucciso a colpi di fucile il padre Mario sull'uscio di casa.
La Corte (presidente Lucente, a latere De Vuono) però ha fatto cadere l'aggravante dei futili motivi e ha riconosciuto al giovane tutte le attenuanti generiche, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola.
Si conclude così il processo, celebrato con rito abbreviato, che ha visto finire alla sbarra il ventisettenne, difeso dall'avvocato Ettore Zagarese, che subito dopo il fatto si era costituito dai Carabinieri, percorrendo a piedi il breve tratto di strada che divideva la sua casa dalla caserma della benemerita. Nella sua confessione, Alessandro Manzi, si era assunto la responsabilità di quel terribile gesto, narrando di come era arrivato al punto di saturazione dopo anni di vessazioni che avrebbe subito all'interno delle mura domestiche che condivideva con il padre, volto noto negli ambienti giudiziari, e la sua compagna, mentre la madre separata da tempo dal coniuge viveva con l'altro figlio.
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