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Radicali in visita al carcere "Rosetta Scisca" di Castrovillari

Il carcere di Castrovillari

Questa mattina i radicali saranno in visita al carcere di Viale Cosmai per verificare eventuali problemi di sovraffollamento. Nel giorno della Befana, però, dovrebbe emergere soprattutto la necessità di potenziare il reparto della Polizia Penitenziaria, organico ormai ridotto al lumicino per via dei pensionamenti e di un non adeguato turnover da destinare ad uno dei comparti più delicati della Giustizia.

Mancano soprattutto gli ispettori superiori (uno in tutto il carcere di Castrovillari) ed una serie di collegamenti tra reparti che sarebbero necessari per migliorare i servizi da destinare alla sicurezza sul posto di lavoro ed alla popolazione carceraria. Lo stesso Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, oltre a numerose carenze strutturali degli istituti, rileva come la situazione in Calabria è aggravata da forti carenze di organico: la polizia penitenziaria, ad esempio, lavora col 74% dell'organico previsto essendo presenti in servizio 1.418 agenti di Polizia penitenziaria su 1.913 previsti in organico. Stessa cosa dicasi per educatori (46 in servizio su 60 previsti) e personale amministrativo (151 in servizio su 207 previsti in organico).

E' chiaro che, in queste condizioni e col sovraffollamento ripreso a crescere, garantire i diritti ai detenuti diventa un'impresa: diritti fondamentali quali diritto alla salute, diritto ad attività lavorative, allo studio e alla formazione, ma anche al semplice diritto di ricevere la corrispondenza in tempo, in carcere restano "sospesi", ibernati in un limbo fuori dalla legalità e dallo Stato di Diritto.

Per questo, l'Associazione “Abolire la Miseria” ha deciso di promuovere l'Epifania con detenuti e detenute: oggi una delegazione del Partito Radicale Nonviolento transnazionale transpartito visiterà proprio la Casa Circondariale di Castrovillari, importante presidio della Giustizia che possiede un reparto maschile ed uno femminile, ma anche una serie di comparti stagni che affrontano anche precisi reati che sarebbero opportuno trattare in altri presidi specifici. «Non ci lascia dubbi – sostengono i radicali - il rapporto sulle Carceri italiane inviato dal Consiglio di Europa dal Partito Radicale Nonviolento lo scorso 16 dicembre e indirizzato al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa che vigila sull'esecuzione delle condanna nei confronti degli Stati membri comminate dalla Corte Edu per violazione della Convenzione Europea dei diritti dell'Uomo».

La condanna dell’8 gennaio 2013 per la violazione dell’articolo 3 (trattamenti inumani e degradanti) che doveva applicarsi a tutto il territorio nazionale e a tutte le nostre patrie galere perché la Corte Europea s’era accorta che la violazione dei diritti umani era sistematica. «Dopo la sentenza “Torreggiani” del 2013 che ha visto condannare l’Italia dalla Cedu - appunto - per violazione dell’articolo 3 della Convenzione, vi sono stati tre anni di “sorveglianza” e, nel 2016, il Comitato del Ministri ha ritenuto di chiudere il “caso Torreggiani”». Ma per il Partito Radicale il caso Italia non è affatto chiuso e, per questo, è stato necessario trovare un altro “caso” da sottoporre al Consiglio d’Europa come caso strutturale di violazione dei diritti umani. «Ad inizio 2016 ciò che il Governo italiano ha “raccontato” all’Europa è stato ritenuto sufficiente e convincente a far chiudere la procedura. Effettivamente i detenuti - dal 2013 al 2015 -, grazie ad alcuni provvedimenti adottati dai Governi di allora, erano diminuiti. Il problema è che, dal 2016, le presenze dei detenuti hanno ripreso ad aumentare e, al 30 novembre 2018, sono ben 7.800 in più rispetto alla capienza regolamentare». Oggi però, nei centonovanta istituti penitenziari italiani sono presenti ben sessantamila detenuti rispetto a poco più di 45 mila posti regolamentari. «Ed è ritornata strutturale l'emergenza e la violazione di fondamentali diritti umani. Quelli che, sulla carta almeno, sarebbero inviolabili».

Oltre ad aver segnalato all'Europa il caso "Cirillo", altro dato  singolare sul sovraffollamento è che sono ben 4.600 i posti inagibili che diminuiscono la capienza e alzano il tasso di sovraffollamento medio nazionale dal 118% al 130%. calabrese continuiamo ad occuparci di carcere, non molliamo, e già domani, 6 gennaio 2019, nel giorno della manifestazione della divinità di Gesù ai Magi, noi andremo a ritrovarla tra gli ultimi.

 

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