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Rubò in un negozio d'abbigliamento a Corigliano, domiciliari per un 27enne

Tribunale di Castrovillari

È stato assegnato al regime degli arresti domiciliari con precisi obblighi da rispettare, compresi i divieti di comunicazioni telefoniche e telematiche all’esterno delle persone con lui conviventi il ventisettenne sorvegliato speciale coriglianese Pasqualino Veronese, accusato d’essere l’autore, insieme ad altri complici ancora in corso d’identificazione da parte dei carabinieri della compagnia di Corigliano, del furto consumato qualche giorno fa in un noto negozio d’abbigliamento di via Fontanelle, allo Scalo coriglianese di Corigliano Rossano.

È quanto ha deciso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Castrovillari, che oggi ha convalidato l’arresto nei confronti del giovane pluripregiudicato ed ha emesso l’ordinanza applicativa della misura cautelare nei suoi confronti. Il pubblico ministero aveva richiesto l’applicazione della misura carceraria, cui s’è opposto il difensore del ventisettenne, l’avvocato Pasquale Di Iacovo. Il gip, invece, ha optato per gli arresti domiciliari dal momento che Veronese ha una dimora certa e potrà essere tenuto sotto stretto controllo da parte dei carabinieri che l’hanno abilmente individuato ed arrestato tre giorni fa.

Le cose, invece, sono andate diversamente per il quarantreenne cittadino marocchino, ma senza fissa dimora e che vive, di fatto, nella sua Fiat Multipla, che durante la notte di Capodanno sul lungomare di Schiavonea aveva rapinato una ragazza derubandola del cellulare e di cinquanta euro dopo una nottata passata a lavoro in un pub della zona. I militari ausonici tra le contrade Boscarello e Fabrizio hanno identificato più di cinquanta persone, tutti extracomunitari. La loro attenzione si è concentrata proprio sul quarantatreenne residente in provincia di Bari ma, di fatto, senza fissa dimora che vive in una delle mini tendopoli di Corigliano Rossano.

Dai controlli è emerso che il marocchino vive in una Fiat multipla e lavora come bracciante agricolo a chiamata. Dalla perquisizione veicolare e personale, infatti, erano saltati fuori una serie di elementi indiziali in base ai quali era stato deciso un fermo indiziario di delitto, poi convalidato dal gip del Tribunale di Castrovillari. Per il magrebino, però, niente domiciliari: per lui c’è la misura cautelare dell’arresto in carcere proprio perché senza fissa dimora.

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