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Annullato l'obbligo di dimora per Oliverio, il governatore: "Mai tradita la fiducia dei calabresi"

Il presidente della regione Calabria Gerardo Mario Oliverio

«E' finito un lungo e freddo inverno. E’ arrivata la primavera. Verità e onestà non si calpestano». Così, su twitter, il presidente della Regione, Mario Oliverio, commenta la decisione della Cassazione che, ieri sera, ha annullato l’obbligo di dimora disposto nei suoi confronti lo scorso 17 dicembre nell’ambito di un’inchiesta della Procura antimafia di Catanzaro su presunte irregolarità nella gestione di alcuni appalti.

Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio è tornato libero di muoversi e di svolgere appieno le sue funzioni. La Corte di Cassazione, infatti, ha ha revocato stasera l’obbligo di dimora nel comune di residenza cui era sottoposto dal 17 dicembre scorso. Un provvedimento emesso dal gip su richiesta della Procura di Catanzaro per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta «Lande desolate» per presunte irregolarità in due appalti gestiti dalla Regione per la realizzazione della sciovia di Lorica e dell’aviosuperficie di Scalea.

"È stato un inverno lungo e freddo quello che ci lasciamo alle spalle - ha dichiarato poi il governatore - Un inverno per me particolare che lascia un segno indelebile nella mia esistenza e nella storia della Calabria. Finalmente è arrivata la Primavera a ridare giustizia a me e alla terra che ho la responsabilità e l’onore di guidare. Voglio ringraziare per questo i miei avvocati Enzo Belvedere ed Armando Veneto che con grande competenza e rigore professionale hanno fatto valere le ragioni della Legge e la forza della Giustizia davanti alla Suprema Corte di Cassazione. Tre mesi bui in cui il dubbio dello smarrimento della giustizia è stato costantemente in agguato. Sapere di essere onesti ed innocenti ed allo stesso tempo condannati alla privazione della libertà senza processo è duro ed amaro da accettare. E ancor più feroce l’angoscia alimentata dal dubbio che i calabresi possano essersi sentiti traditi e ingannati da colui nel quale hanno riposto la loro fiducia, affidandogli la responsabilità di governare la Cosa Pubblica, il loro futuro, le loro speranze".

"Sento di dire oggi ciò che ho avuto modo di dire il giorno in cui mi è stato notificato il provvedimento di limitazione della mia libertà e lo faccio con la forza della giustizia che si aggiunge a quella della verità, che è stata per me il primo fattore di resistenza: I calabresi devono stare tranquilli, il loro presidente non ha mai tradito la loro fiducia e mai lo farà. La mia azione di governo è stata sempre ispirata alla lealtà, ai valori dell’onestà e all’affermazione della legalità, valori in cui ho creduto e continuo a credere e per i quali ho speso la mia intera esistenza. Valori che considero fondamentali per recuperare la fiducia necessaria al riscatto di questa terra ingiustamente martoriata e segnata da ferite profonde. Una terra ricca di grandi risorse umane e naturali per la quale vale la pena battersi anche a costo di sacrifici dettati da ingiustizie che lasciano segni profondi. Un ringraziamento a quanti mi sono stati vicino, a partire dalla mia famiglia e dai miei cari, dai tantissimi cittadini che malgrado tutto non sono stati mai sfiorati dal dubbio", conclude Oliverio.

«La Sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato nella sua totalità, e non solo per la parte cautelare, l’ordinanza che imponeva l’obbligo di dimora al Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio». Lo sostengono, in una nota, gli avvocati Armando Veneto ed Enzo Belvedere, difensori del Governatore della Calabria. «E' pertanto evidente - aggiungono - che la Corte ha distrutto l’intero castello accusatorio, non solo nella parte relativa alla misura coercitiva imposta ma anche in riferimento al merito dell’imputazione».

Gli appalti al centro dell’inchiesta, condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Procura-Dda catanzarese diretta da Nicola Gratteri, sono gestiti dall’impresa di costruzioni di cui é titolare Giorgio Ottavio Barbieri, arrestato il dicembre scorso - poi posto ai domiciliari dal riesame - e ritenuto vicino alla cosca di 'ndrangheta dei Muto di Cetraro (Cosenza). Secondo l’accusa, in particolare,  Barbieri avrebbe ottenuto fondi europei per l’esecuzione dei lavori senza che la sua azienda avesse le capacità tecniche e finanziarie per portare a compimento l’appalto vinto. Inoltre, secondo l’accusa, Oliverio avrebbe autorizzato un ulteriore finanziamento di oltre 2 milioni di euro a fronte di opere incompiute e di un sostanziale stallo dei lavori.

Per Oliverio, la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari, misura non accolta dal Gip. Nei giorni successivi all’emissione del provvedimento di obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, il comune del cosentino in cui è residente, nei confronti del governatore calabrese, la Procura catanzarese aveva emesso un avviso di garanzia per corruzione.

Adesso, la Cassazione ha accolto il ricorso presentato dai legali di Oliverio, gli avvocati Armando Veneto e Vincenzo Belvedere. «Ogni tanto si incontra un magistrato giusto» è stato il commento di Veneto. Belvedere, dal canto suo, ha sottolineato come la decisione sia giunta «su conforme parere del Pg, che è ancora più importante, che ha definito abnorme il provvedimento.

Le tesi che portavamo avanti sin dall’inizio, sin dal tribunale della libertà - ha aggiunto il legale - sono state finalmente accolte dalla Cassazione e, a maggior ragione, dalla Procura generale. Quello che rimane di questa vicenda è che il tribunale della libertà, probabilmente per la presenza di ben tre procuratori di Catanzaro che sostenevano l’accusa, fosse stato male impressionato da questo schieramento di forze che non era dovuto per un abuso d’ufficio. La Cassazione che giudica lontana dai fatti e dai condizionamenti, ha giudicato per quello che è il fatto, un fatto che non meritava sicuramente di arrivare a queste conseguenze».

"Non abbiamo mai speso una parola fuori luogo sul provvedimento cautelare che riguardava Oliverio. Oggi, da garantisti, siamo contenti per lui. Siamo sicuri di batterlo alle prossime elezioni regionali di novembre, nell'interesse di una regione allo sbando". Così la deputata Jole Santelli, coordinatrice regionale di Forza Italia in Calabria, commenta la decisione della Cassazione che ha annullato l'obbligo di dimora cui era sottoposto il presidente della Regione Mario Oliverio (Pd).

"Finisce un troppo lungo periodo in cui la Calabria è stata ingiustamente limitata della guida politica democraticamente eletta. A Mario Oliverio nessuno potrà togliere le amarezze vissute in questo periodo, compensate parzialmente dalla consapevolezza della totalità dei calabresi della integrità morale del Presidente". Commenta cosi' il capogruppo in consiglio regionale di Democratici e Progressisti Giuseppe Giudiceandrea il provvedimento della Cassazione che annulla l'obbligo di dimora nei confronti del presidente della giunta regionale della Calabria Mario Oliverio. "Sia questo un momento di rilancio - continua Giudiceandrea - per portare a termine le migliaia di cose messe in cantiere per la nostra regione ed approssimarsi con rinnovato vigore alla tornata elettorale delle europee prima e delle regionali poi. Consentitemi, inoltre, una considerazione personale su questa vicenda: ho un rispetto profondo della magistratura, sacro, ma allo stesso tempo non ho dubitato mai, neanche per un minuto, dell'operato di Mario Oliverio. Il Presidente potrà dimostrare la bontà del suo operato li' dove i calabresi lo hanno voluto. E' dalla Cittadella regionale che dimostrerà a tutti di aver agito sempre nella massima trasparenza e con un alto senso dell'istituzione che rappresenta".

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