C'è anche un calabrese tra gli arrestati dell’operazione "Patenti Facili" condotta dalla Squadra Mobile di Roma che ha scoperchiato un'organizzazione composta da 22 persone che avrebbero garantito patenti facili a stranieri "che a stento parlavano la lingua italiana".
Il blitz ha riguardato oltre la Capitale anche le città di Salerno e Cosenza e gli indagati sono ritenuti parte di una organizzazione che deve rispondere dei reati di truffa, falso e riciclaggio di marche da bollo. Quindici, in tutto, le misure cautelari eseguite dalla polizia di Stato nei confronti di soggetti quasi tutti residenti nella Capitale, tranne 5 campani e un calabrese, che sono ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati, tra i quali anche il conseguimento fraudolento di titoli abilitativi alla guida mediante l’uso di congegni elettronici e falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale in atti pubblici.
L'operazione "Patenti facili" ha coinvolto, inoltre, 15 autoscuole in cui la concessione dell’abilitazione alla guida avveniva dietro il pagamento di somme di denaro che oscillavano tra i 2.000 e i 3.500 euro, grazie al quale candidati, impreparati per il test e molto spesso di nazionalità straniera, di provenienza africana ed asiatica, ricevevano attraverso telefoni cellulari dotati di videocamera e di auricolare wireless, forniti dalla scuola guida, le soluzioni ai quesiti della prova.
"In pratica ai candidati che versavano le somme di denaro chieste dall’organizzazione - sottolineano gli investigatori -, veniva garantito il passaggio della prova d’esame seguendo un modus operandi ben preciso: gli aspiranti, prima di fare ingresso nelle sale della Motorizzazione, venivano presi in carico da alcune persone che provvedevano alla loro "vestizione", con un kit di apparecchiature ben occultate negli abiti".
Tra gli arrestati c'è anche M. G. della provincia di Cosenza di 64 anni, titolare di alcune autoscuole a Praia a Mare (Cs) ed in altri comuni del cosentino, che ricoprivano il ruolo sia di gestire le sedute d’esame presso le locali Motorizzazioni Civili sia di procacciare, con l’aiuto di altri soggetti, candidati che intendevano superare illecitamente prove d’esame, senza aver acquisito le conoscenze necessarie per portelo fare autonomamente, ovviamente previo il pagamento di cospicue somme di denaro.
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