Morì nella casa di cura Tricarico, il gip respinge la richiesta di archiviazione del pm e dispone di formulare entro dieci giorni l’imputazione nei confronti del personale sanitario che aveva in cura Benito Belfiore.
Ci sarebbero stati ritardi nelle cure, mentre il paziente avrebbe necessitato una maggiore e più attenta assistenza. Questa la tesi del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia. Il gip in sostanza ha accolto la linea degli avvocati Massimiliano Coppa e Paolo Coppa, difensori della famiglia dell’uomo, che si sono avvalsi della consulenza dell’ordinario di cardiologia del policlinico “Gemelli” di Roma, Francesco Alessandrini che ha totalmente smontato le conclusioni del perito della Procura.
Secondo il Gip «durante la degenza di Belfiore presso la clinica Tricarico per diversi giorni venivano effettuati soltanto semplici esami ematochimici ed elettrocardiogrammi, non si procedeva invece ad indagini cardiologiche appropriate che, ove, condotte, avrebbero consistito idoneo e tempestivo il trattamento specialistico».
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