Li avrebbero minacciati di aver impedito di “ottenere il richiesto asilo politico” grazie a loro conoscenze. In Tribunale si è aperto il processo, sul caso di caporalato di Amantea, nei confronti di Francesco Ciommo Arlia e Giuseppe Ciommo Arlia. I due germani sono stati rinviati a giudizio dal gup con l'accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. «Muovetevi altrimenti vi mando via e non vi do un soldo». Con tali parole si intimorivano gli extracomunitari “prelevati” dal centro di accoglienza che poi venivano sfruttati nelle campagne vicine. Con costanza erano costretti a sottostare a condizioni di lavoro degradanti. Senegalesi, nigeriani e gambiani si sono costituiti parte civile nel procedimento. L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Cosenza.