Anche un intervento programmato come quello della sostituzione di un congegno elettrico, quando persiste una situazione esplosiva come quella che si registra da tempo, deflagrata nei giorni scorsi e tuttora in atto nella sanità dell’ospedale spoke di Corigliano Rossano, ha messo in tilt l'intera organizzazione dell'ospedale Giannettasio di Rossano dove era stata annunciata l'interruzione dell'energia elettrica nel nosocomio per tre ore.
Stamattina infatti dalle 8 fino alle ore 11, così come annunciato, nei vari reparti l'ospedale è rimasto senza energia elettrica. Ciò ha prodotto, tuttavia, notevoli disagi e caos per l'arrivo dei pazienti anche in ambulanza che dovevano eseguire esami di laboratorio ai piani superiori e che non potevano essere raggiunti in quanto gli ascensori non potevano funzionare senza energia elettrica.
I gruppi elettrogeni distribuiti nei vari reparti erano stati utilizzati, ovviamente, per i congegni, per i monitor e per il funzionamento dei vari macchinari, soprattutto all'interno del reparto di rianimazione. A quanto sembra anche la centrale del 118 era stata informata dell’interruzione di energia elettrica al Giannettasio, ma sembra che di ciò non si sarebbe tenuto conto perché i pazienti provenienti con le ambulanze dai comuni vicini ed in particolare da Cassano sono arrivati ugualmente per l’esecuzione di indagini diagnostiche del caso.
I malati, non potendo raggiungere gli ambulatori e le strutture di riferimento hanno posto in essere vivaci proteste. Sono tornate, perciò, negli occhi dei pazienti che si trovavano nelle sale e nei corridoi del pronto soccorso le scene del via vai di ambulanze (una addirittura con due pazienti a bordo, uno adagiato sulla barella ed uno sul sedile accanto) i cui malati, altri tre nello stesso frangente sostavano sulle barelle all’ingresso della camera calda in attesa di essere visitati dall’unico medico di turno, impegnato nelle due sale medica e chirurgica.
E non sfugge alla memoria l’altro episodio di una settimana prima, quando un paziente arrivato in ambulanza, dopo la lunga attesa (anche in questo caso con la presenza di un solo medico, si era sfilato la flebo e si era allontanato dileguandosi).
Insomma alla situazione convulsa degli ultimi tre giorni con la chiusura del reparto pediatria e Ostetricia e nido si è aggiunta quella di ieri che, forse, in un altro momento avrebbe creato meno proteste e meno disagi anche se la vicenda del reparto di pediatria, ubicato nello stabilimento ospedaliero del Compagna di Corigliano, chiuso e riaperto nella stessa giornata, non ha ancora fatto smaltire le proteste e le dure di prese di posizione dell’Amministrazione comunale, dei gruppi consiliari di opposizione, della politica, dei comitati, dei rappresentanti istituzionali del territorio.
Tutti concordi ed all’unisono nel sottolineare che è giunto il momento di dire basta allo scempio ed alla vergogna che si registra nel delicato settore della sanità nello spoke di Corigliano Rossano e di attivare tutti i meccanismi istituzionali (come la convocazione della conferenza dei sindaci annunciata dal sindaco Flavio Stasi) ed anche quelli della protesta eclatante.
Si ignora, infatti, o si vuole ignorare da parte dei vertici dell’azienda sanitaria e dei massimi responsabili istituzionali della sanità regionale e del commissario ad acta che presso lo spoke di Corigliano Rossano, la prima città della provincia di Cosenza in termini di popolazione, la terza in Calabria ed una delle più estese d’Italia come territorio, convergono gli oltre 200 mila utenti del comprensorio, fino a qualche anno fa sotto la gestione di una Asl autonoma, la n° 3 di Rossano che oggi avrebbe assunto la nuova denominazione di Corigliano Rossano.
E che la battaglia affinchè le carenze di personale e la provvisorietà che caratterizza la vita di alcuni reparti come Pediatria, non finisce qui è dimostrato dai pressanti e duri giudizi di condanna verso l’atteggiamento dilatorio e verso le manchevolezze, in parte colpevoli, che mettono in ginocchio la sanità e non solo di questa parte della Calabria che vuole emergere.
Anche l'ultimo intervento del vice segretario nazionale della federazione Nazionale agricoltura Mario Smurra, anche nella veste di presidente onorario del “Movimento per la vita” di Corigliano Rossano, si colloca nello stesso alveo di dura critica. Per Smurra, che si dice pronto ad assumere posizioni radicali, la vicenda di pediatria è vergognosa. “Stavolta – ha sottolineato - si è andati oltre insidiando direttamente la vita nascente ed infantile, le dovute assistenze al concepito e alle donne gravide, quindi minacciando il diritto alla vita”.
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