Le 'ndrine della Sibaritide vanno all'assalto delle imprese. I fatti di cronaca delle ultime settimane fanno chiaramente emergere come negozi e aziende siano sotto la morsa della criminalità organizzata.
L'emergenza mafia ormai è sotto gli occhi di tutti e al centro ci sono sempre i clan della zona. Con l'operazione “Nerone” - condotta dalla Procura di Castrovillari - è emerso come fossero i cassanesi a gestire il racket delle estorsioni alle imprese di Castrovillari.
I cinque arrestati nell'operazione “Nerone”, infatti, sono tutti residenti a Cassano centro o nella frazione di Lauropoli. Cosimo Abbruzzese (detto “Cocò”), 28enne, Francesco Abbruzzese, 23enne, Salvatore Lione, 23enne anch'egli, Fabiano Falcone, di 26 anni, e Francesco Cavaliere di 34, sono giovani rampolli e tutti gravitanti intorno al clan degli Zingari.
I due Abbruzzese, in particolare, ritenuti i mandati e gli organizzatori del giro di estorsioni bloccato lo scorso ottobre dagli inquirenti, sarebbero figli d'arte. Ma dalle intercettazioni è emerso come i cinque si coordinassero con i membri senior del potente clan di Timpone Rosso. Dalle attività tecniche risulterebbe come fossero loro a decidere quali imprese dovevano essere «visitate» e quali invece «era peccato» perché amiche e assoggettate.
Una offensiva bloccata per tempo da Procura e Carabinieri di Castrovillari perché l'idea era quella di prendere tutte le imprese della zona per la gola. Nel loro mirino erano già finite: autosaloni, società per il noleggio, bar, imprese di costruzione, società di materiale edile e per le abitazioni, case di cure. E altro si stava progettando.
In queste ore, poi, è emerso come ci sia la mano della ‘ndrangheta anche dietro le intimidazioni alle strutture turistiche e ricettive dell'imprenditore Luigi Sauve che si trovano sulla costa jonica in agro del Comune di Cassano.
Il fascicolo sarebbe stato sarebbe stato trasmesso dalla Procura di Castrovillari alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro già da alcuni mesi. Un chiaro segno di come gli incendi subiti fossero di matrice 'ndranghetistica. A Sauve e ad un suo collaboratore, nel giro di venti giorni a cavallo tra il 2018 e il 2019 furono date alle due vetture, la lavanderia industriale che serviva i suoi tre villaggi turistici Minerva, Maregolf, Marlusa più il centro benessere Pietra di Luna e una sala deputata ai banchetti matrimoniali pronta e imbandita proprio perché il giorno in cui venne scoperta l'intimidazione si doveva svolgere una celebrazione. Un atto chiaramente intimidatorio visto che fuori dalla sala “Giunone” venne ritrovata una tanica di benzina, vuota, da ventri litri e, già nei mesi scorsi, la struttura era stata oggetto di piccoli furti e danneggiamenti.
La Dda indaga, quindi, da tempo sia su questo episodio sia su altri collegati a questo e che rientrerebbero una guerra di mafia che dalla scomparsa del presunto boss della Sibaritide Leonardo Portoraro, datato sei giugno 2018, e che ha prodotto tre omicidi e due probabili casi di lupara bianca.
Negli ultimi mesi, infatti, sono stati uccisi Pietro Greco e Francesco Romano in un agguato ad Apollinara, il boss Pietro Longobucco a Corigliano Rossano, mentre sono spariti Antonio Sanfilippo e Cosimo Rosolino Sposato, anch'egli con la fedina penale pulita ma attenzionato dalle forze dell'ordine per le sue frequentazioni. Vicende che preoccupano e non poco inquirenti e abitanti di tutta l'area della Sibaritide
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