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False dichiarazioni per “compensare crediti”, nei guai cinque commercialisti di Cosenza

I militari del comando della Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito di indagini dirette dal procuratore capo di Paola Pierpaolo Bruni e dal sostituto Maria Francesca Cerchiara hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare del divieto temporaneo di esercizio della professione di commercialista e sequestri preventivi per equivalente per oltre 3.450.000,00 euro nei confronti di 5 commercialisti, emessa dal Gip di Paola Maria Grazia Elia.

Si tratta di Antonio Perricone, Raffaele Rizzo, Lorenzo Guagliano, Ciriaco Monetta e Maria Giuseppina Cardaciotto. Monetta è stato eletto da poco presidente nazionale del Consiglio nazionale dell’Istituto nazionale dei revisori legali.

I reati contestati ai diversi indagati vanno dal concorso nel reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici a quello di indebita compensazione di cui agli artt. 3 e 10 quater, co. 2 del D. Lgs. n. 74/2000. L’attività d’indagine, muovendo dalle risultanze dell’operazione Matassa, che aveva portato all’arresto di 14 persone, ha interessato le condotte di 5 commercialisti che, mediante l’apposizione del visto di conformità su fraudolente dichiarazioni IVA, hanno consentito agli appartenenti all’associazione a delinquere la compensazione di fittizi crediti IVA per il pagamento di contributi, imposte, ritenute e cartelle esattoriali.

Le indagini, espletate anche mediante attività tecniche, hanno permesso di appurare il necessario e partecipe concorso dei professionisti al disegno criminoso. L’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni IVA da parte dei commercialisti è risultata infatti essere indispensabile e necessaria per consentire all’associazione criminale di eludere i divieti e i vincoli posti dal legislatore a contrasto delle compensazioni di crediti IVA inesistenti.

Grazie a tale visto di conformità, i professionisti hanno potuto fraudolentemente compensare, con crediti IVA inesistenti, contributi pensionistici i quali venivano valutati come assolti dall’Erario e dall’INPS e ritenuti, pertanto, utili sia alla formazione contributiva pensionistica futura che al conseguimento della indennità di disoccupazione.

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