Il giorno più lungo. Quello della controffensiva per l’ex prefetto di Cosenza, Paola Galeone, posta agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione dal gip Letizia Benigno. L’alta dirigente del ministero dell’Interno, sospesa dal servizio, è accusata di aver chiesto alla imprenditrice di Mendicino, Cinzia Falcone, di emettere una fattura fittizia di settecento euro con l’obiettivo di incassare la parte residuale del Fondo di rappresentanza rimasta disponibile in chiusura dell’anno.
Secondo quanto riferito alla polizia dalla Falcone - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola - e poi accertato dal pm Giuseppe Visconti e dal procuratore capo Mario Spagnuolo, la Galeone ha proposto alla presidente dell’associazione “Animed” di trasmettere in Prefettura il documento contabile e, in attesa di ottenere la richiesta di liquidazione pari a 1220 euro, di darle in anticipo 700 euro.
Oggi sapremo come si difenderà l’ex prefetto che è assistito dagli avvocati Franco Sammarco e Nicola Carratelli.
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