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Costringe moglie invalida e figlia a prostituirsi: arrestato a Cosenza

"Un campionario degli orrori: il corpo di madre e figlia vengono venduti a vecchi bavosi per pochi euro. Persone ridotte ad oggetti. Il capo famiglia e il figlio usavano queste due donne per rastrellare denaro": il procuratore Mario Spagnuolo traccia il quadro dell'inchiesta. Rapporti sessuali consumati sotto i ponti, con una donna disabile psichica (la madre e moglie) oltraggiata in ogni modo. È questo il degradato contesto che ha portato all'arresto di un cinquantasettenne che faceva prostituire la moglie e la figlia.

Il quarto componente della famiglia, il figlio maschio, maltrattava la madre, picchiandola costantemente e, per questo, è stato posto ai domiciliari. Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Cosenza hanno consentito di "salvare" le due donne una di 52 anni e l'altra di 20.

I rapporti sessuali con i "clienti" venivano consumati nei parcheggi sotterranei della stazione ferroviaria di Vagliolise a Cosenza oppure sotto il grande ponte di Alarico sempre nella città dei Bruzio. Il cinquantasettenne reclutava i clienti in alcuni bar e nella villa comunale di Cosenza.

A far partire le indagini le sconcertanti dichiarazioni fatte ai militari dell'Arma da parte di un cliente al quale l'indagato cinquantasettenne chiedeva continuamente soldi. La donna affettata da disabilità psichica veniva massacrata di botte quando aveva crisi legate alla sua patologia oppure quando si rifiutava di vendere il proprio corpo.

"Questa vicenda racconta il baratro in cui un essere umano può cadere", ha detto laconicamente il procuratore Spagnuolo.

 

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